Referendum Lombardia: Sondrio la più convinta, Lodi la più diligente. L'affluenza

Il record di affluenza (26%) nella Bassa coincide con minime percentuali di sì. Appoggio maggiore alla separazione delle carriere

Referendu, i risultati definitivi

Referendu, i risultati definitivi

Milano - Se alle Comunali non c’è stata la coda, le urne lombarde per i cinque quesiti sulla giustizia sono andate direttamente deserte. Affluenza media del 21,83%, l’1% circa in più del dato nazionale. Un insuccesso annunciato che però non si presenta identico ovunque. C’è chi ha risposto con un minimo di diligenza all’appello degli organizzatori, magari grazie a un traino ancora efficace delle comunali, e chi ha disertato senza problemi, finendo per partecipare al voto ancor meno del resto degli italiani. E non manca qualche paradosso. Chi ha dato una percentuale più alta di appoggio ai “sì“ sulle cinque schede, ad esempio, è la provincia di Sondrio, dove si va dal 67% di favorevoli all’abolizione della legge Severino fino all’85% di appoggio alla separazione delle carriere dei giudici. Tradotto: ai seggi ci sono andati solo i più motivati. Gli altri sono stati a casa, come testimonia l’affluenza definitiva delle 23, crollata al 17,44%, quattro punti sotto la già esigua media regionale. Situazione opposta, invece, nel territorio lodigiano, dove l’affluenza ai seggi ha raggiunto e superato un quarto degli aventi diritto, 26,49%. A trainare, evidentemente, l’elezione del sindaco nel capoluogo che è anche la città con il più alto numero di abitanti della provincia. Molto più tiepido però l’appoggio ai quesiti, dove il sì raggiunge il 75,59% solo nel quesito sulla separazione delle carriere dei magistrati.

Dove l’affluenza , in generale, è stata maggiore, quindi, il consenso alle riforme proposte nei referendum abrogativi, pur sempre nettamente in vantaggio, è stata più bassa. Monza, altro capoluogo chiamato al voto, è stata la seconda per numero di schede votate. Stesso copione a Como, dove si sceglieva il sindaco e dove una presenza ai seggi superiore alla media regionale (24% circa) ha fruttato un appoggio relativamente meno entusiasta ai “sì“, che comunque risultano anche qui prevalenti. Milano, in linea con i capoluoghi dall’affluenza maggiore, ha visto prevalere, prevedibilmente, i favorevoli ai quesiti, pur con cifre inferiori alla media lombarda.