Elezioni politiche 2022 Lombardia: quali sono le liste bocciate

Resi noti i verdetti dell'Ufficio elettorale della Corte d'Appello. I simboli respinti hanno 48 ore per presentare ricorso

Chi è dentro e chi è fuori, almeno fino alla decisione definitiva della Cassazione sui ricorsi, prevista per questa domenica. I giudici degli uffici elettorali della Corte d'Appello di Milano hanno terminato le verifiche sulle liste elettorali presentate in Lombardia. Poche le sorprese: sono state ammesse tutte le liste dei partiti maggiori, mentre sono state ricusate, sia per la Camera, sia per il Senato, quelle di Referendum e Democrazia, il movimento del militante pro-eutanasia Marco Cappato. Stesso destino per quelle di Forza Nuova, che l'aveva presentata solo per il Senato, dei Gilet arancioni del generale Pappalardo e del Movimento Animalista. 

I verdetti

I magistrati degli uffici elettorali della Corte d'Appello di Milano hanno ammesso in totale 17 liste e ne hanno ricusate 6 per i collegi della Camera, mentre hanno dato l'ok a 15 liste, bocciandone 7, per quelli del Senato. Varie le problematiche che hanno portato alle esclusioni. Forza Nuova, ad esempio, da quanto si è saputo, ha sostenuto di non aver bisogno di raccogliere le firme perché, spiegava il movimento di estrema destra, il simbolo era collegato ad un componente del Parlamento europeo, "escamotage" che avrebbe permesso di evitare la difficile raccolta firme. Non si trattava, però, hanno accertato i giudici, di un parlamentare di un seggio italiano, ma di un eurodeputato greco di Alba Dorata, il partito di estrema destra disciolto nel 2020 per ordine dei giudici della Corte d'Appello di Atene dopo essere stata riconosciuta come organizzazione a delinquere. Dunque i forzanovisti sarebbero stati tenuti a raccogliere le firme. Ricusata pure la lista del Partito comunista italiano che correva per il Senato. Stop anche al cartello Destre unite (non aveva raccolto le firme) e ad Alternativa per l'Italia-No Green Pass.

Lo scenario

Alcune delle liste escluse; Partito comunista italiano, Gilet arancioni e il gruppo di Cappato, hanno già annunciato la presentazione dei ricorsi.  Avranno 48 ore di tempo per depositarli e la Cassazione dovrà decidere entro domenica. Poi, lunedì ci sarà l'estrazione per le posizioni dei simboli nelle schede elettorali. Tra l'altro, l'Ufficio elettorale per la Camera tecnicamente ha dichiarato l'invalidità della lista Referendum e Democrazia di  Cappato, perché, a prescindere dalla questione delle firme digitali, queste ultime, secondo i giudici, sono state depositate oltre il termine di lunedì sera alle 20. È stato escluso, infine, solo un singolo candidato di una lista 'minore' che correva alla Camera, mentre un candidato parlamentare della lista di Calenda ha rinunciato ed è stato sostituito dal 'supplente' previsto.

La reazione di Cappato

Marco Cappato, intanto, non si perde d'animo. E, al di là del ricorso, rilancia il dibattito sulle firme digitali, modalità scelta dall'ex candidato sindaco a Milano e dai suoi supporter per raccogliere i nomi necessari alla presentazione delle liste. "Tutte le forze di Governo hanno ancora la possibilità non tanto di favorire la nostra lista - ha detto Cappato, battagliero animatore di numerose iniziative sul tema del fine vita - ma di segnare una tappa storica in termini di democrazia introducendo una volta per tutte la firma digitale nel processo elettorale. Il tempo a disposizione c'è e su questa innovazione solo nelle ultime ore abbiamo ricevuto il solidale sostegno da parte di deputati di Fratelli d'Italia, del Pd, di De Magistris e di esponenti politici di altri schieramenti che ringrazio, da cui adesso ci aspettiamo iniziative a favore di uno strumento di democrazia indispensabile".  

Le liste ammesse

Queste le liste che hanno passato l'esame dell'ufficio elettorale della Corte d'Appello: Pd, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Movimento Cinque Stelle, Impegno Civico, Azione-Italia Viva, Verdi e Sinistra Italiana, +Europa, Noi Moderati, Italexit, Italia sovrana e popolare, lista Mastella-Noi di Centro, Unione popolare De Magistris e Vita.