"Sulle macerie della torre Pavia diventi città della pace"

In piazza Duomo la consueta cerimonia in ricordo delle quattro vittime. Il sindaco di allora: i giovani devono avere la cultura dell’accoglienza

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di Manuela Marziani

Macerie: tutti abbiamo negli occhi la distruzione che la guerra ai confini dell’Europa sta provocando. I pavesi però non possono dimenticare un altro boato e altre macerie, quelle provocate 33 anni fa dal crollo della torre civica. Non a caso ieri mattina in piazza Duomo alla consueta cerimonia in ricordo delle quattro vittime si è parlato di guerra. "Mai avremmo potuto credere che la guerra potesse ripresentarsi in Europa – ha detto il sindaco Fabrizio Fracassi – e mai avremmo voluto rivedere migliaia di profughi, in gran parte donne e bambini, abbandonare la loro terra sotto le bombe. Quello che successe a Pavia il 17 marzo fa tragicamente parte della storia ed essere una comunità significa non permettere alle tragiche difficoltà del presente di cancellarla".

Però bisogna guardare avanti pensando al futuro. Quello che non hanno avuto i pavesi Pia Casella Comaschi e Giulio Fontana e le giovanissime Barbara Cassani 18 anni e Adriana Uggetti, 17, di San Genesio che hanno perso la vita sotto la torre. "In un attimo si sconvolse la vita di Pavia e di San Genesio – ha sottolineato sindaco di San Genesio Enrico Tessera – Portiamo nel cuore la memoria di questa ferita. Il nostro impegno per la sicurezza e la tutela delle persone sarà il modo migliore per ricordare chi ha perso la vita nel crollo".

"Questa città deve trovare un momento di serenità – ha aggiunto Sandro Bruni, sindaco di Pavia nel 1989 – Soprattutto lo dico a quei ragazzi che talvolta danno fastidio a chi abita in centro e danno l’idea di una Pavia non accogliente. Invece è importante che soprattutto i più giovani abbiano la coscienza dell’accoglienza, della serenità e della pace. Forse bisognerà tornare nelle scuole per far capire l’importanza dello stare insieme in modo civile". E davanti ai resti della torre civica Bruni ha lanciato una sfida: "Ci sono città della cultura e città dell’ambiente, partendo da questo luogo noi potremmo diventare la città della pace".