Perde in giudizio ma non paga. Il Tar bacchetta il ministero

Accolto il ricorso di una collaboratrice scolastica

Il Tar di Milano ha condannato il ministero dell’Istruzione a dare esecuzione a due sentenze del tribunale di Pavia e della Corte d’Appello di Milano, su ricorso di una collaboratrice scolastica. La dipendente, assunta a tempo indeterminato, aveva ottenuto con sentenza del tribunale di Pavia del dicembre 2022 la sussistenza del diritto "al mantenimento del maggior valore stipendiale". Il ministero era stato condannato "al versamento in suo favore della somma di euro 8.033,07 oltre interessi dal dovuto al saldo" e alle spese di giudizio. La collaboratrice aveva comunque impugnato la sentenza ottenendo che nel luglio 2023 la Corte d’Appello di Milano dichiarasse "il diritto alla ricostruzione di carriera e al riconoscimento dell’integrale anzianità di servizio, ai fini giuridici ed economici, maturata a fronte del servizio prestato in forza dei contratti a tempo determinato". Il ministero è stato condannato a rifondere le spese di lite.

Tuttavia, il dicastero non ha mai dato attuazione alle sentenze. Il Tar ha accolto il ricorso della collaboratrice evidenziando che le sentenze erano passate in giudicato, ha disposto che il ministero ha novanta giorni per dare esecuzione alle sentenze e ha inoltre condannato l’amministrazione a pagare ulteriori 1.500 euro per le spese di giudizio.

Nicoletta Pisanu