"Non era mai uscita dall’Ucraina. Ora mamma mi ha raggiunto in Italia"

La 36enne Nataliia, che vive a Cava Manara col compagno e un neonato di tre mesi, ha accolto la madre Libuov Borak in fuga dalla guerra. "È ancora spaesata"

Nataliia Borak e la mamma Liubov Borak

Nataliia Borak e la mamma Liubov Borak

Cava Manara - In 59 anni di vita non era mai andata fuori dal suo Paese, non ha mai avuto i soldi necessari per viaggiare. Dopo aver lavorato in un negozio, aspettava la pensione e ha dovuto lasciare tutto a causa delle guerra. Liubov Borak viveva a Kremenets, una città di 24mila abitanti tra Kiev e il confine polacco. Aveva piccola casa dove viveva da sola e allevava le sue galline. In fretta e furia ha dovuto abbandonarla per raggiungere la figlia Nataliia che abita con il compagno e un neonato di appena tre mesi a Cava Manara. "Mia mamma – racconta Nataliia, 36 anni – è partita senza documenti e senza sapere dove andare. Non ci aspettavamo l’invasione russa, anche se prima di Capodanno erano state ordinate delle esercitazioni nelle scuole. Il 14 febbraio avevo parlato al telefono con mia sorella che vive a Kiev e mi aveva assicurato che si sarebbero messi d’accordo".

Invece hanno cominciato a suonare le sirene degli allarmi aerei. "Mia madre viveva da sola - ha aggiunto la donna -, per raggiungere un rifugio doveva camminare un quarto d’ora a piedi. Non poteva farlo sotto le bombe. Magari al mattino alle 5 doveva alzarsi e scappare in pigiama". Con pochi effetti personali, quindi, una settimana fa all’alba è partita e ha raggiunto la stazione appena oltre il confine dove dei volontari l’hanno portata in auto in Italia dopo 36 ore di viaggio. "È stata una notte lunghissima - ha raccontato la figlia che parla perfettamente italiano -. Io allattavo il mio bambino e, tra una poppata e l’altra ero al telefono perché volevo avere notizie. Perché mia madre non è stata neppure bene, ha avuto uno sbalzo di pressione a causa dello stress, ma è in salvo". In salvo e spaesata in un posto di cui non conosce la lingua. La figlia le ha preparato una stanza nel soggiorno. Accanto all’albero di Natale che la famiglia non ha fatto in tempo a disfare e ad alcuni oggetti ucraini, ha messo una brandina dove dorme la nonna che, durante la giornata si dedica al nipotino, il piccolo Natan. "Il primo giorno in cui è arrivata - ha detto ancora Nataliia - si guardava in giro e non sapeva che cosa fare. Quando si è alzata è venuta in cucina e le ho chiesto se volesse mangiare, mi ha risposto che non lo sapeva. Era spaesata. E continua ad esserlo. E’ uscita a fare una passeggiata con il piccolino, ma non sapeva dove andare e non poteva chiederlo a nessuno perché non parla neppure inglese. A luglio avrei voluto andare in Ucraina per far assaggiare a Natan i frutti dell’orto della nonna. Chissà se si potrà fare. Intanto vorrei organizzare un gruppo per far incontrare gli ucraini arrivati a Pavia".

Alla luce dell’intensificarsi delle violenze e della conseguente emergenza umanitaria in Ucraina, le testate del Gruppo Monrif (Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno) hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità della popolazione ucraina. 

PER DONARE PER L’EMERGENZA UCRAINA TRAMITE BONIFICO

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Causale: UN AIUTO PER L’UCRAINA