Landriano, blitz nelle campagne degli spacciatori: sequestrate armi

Operazione dei carabinieri: nei capanni rudimentali trovati una pistola elettrica softair, un machete e sei tra coltelli e taglierini

Uno dei ricoveri di fortuna trovati dai carabinieri nei campi (Torres)

Uno dei ricoveri di fortuna trovati dai carabinieri nei campi (Torres)

Landriano (Pavia), 22 marzo 2018 - Una pistola elettrica softair, ma priva di tappo rosso per apparire uguale a un'arma vera, un machete e sei tra coltelli e taglierini. Sono le armi trovate, e sequestrate, dai carabinieri nel corso di un servizio coordinato di controllo del territorio effettuato dal pomeriggio di ieri nelle campagne del Pavese.

I militari della Compagnia di Pavia, con il supporto anche di un elicottero del 2° Elinucleo di Orio al Serio (Bergamo) e dei reparti cinofili di Casate Novo (Lecco), hanno "cinturato" in particolare i campi in località Cavagnera, nel comune di Landriano, dov'erano state segnalate presenze più che sospette nelle ore pomeridiane. La presunta attività di spaccio nelle campagne è stata confermata dall'identificazione di tre clienti (un 20enne, un 30enne e un 45enne, tutti di Pavia) ai quali sono state sequestrate le dosi di hascisc da poco acquistate. Nonostante l'intervento in forze dei carabinieri, gli spacciatori sono riusciti a dileguarsi nel nulla, probabilmente avvisati per tempo da "sentinelle" utilizzate proprio per avvisare dell'imminente "pericolo".

In ogni caso, anche senza arresti, l'operazione di controllo dei militari ha ottenuto il risultato di scoprire, ed eliminare, i "rifugi" degli spacciatori: capanni realizzati in modo rudimentale, dove potersi nascondere, tra la vegetazione e gli avvallamenti a fianco di corsi d'acqua per l'irrigazione dei campi, ad attendere i clienti lontano dagli occhi indiscreti di chi vuole contrastare questa illecita attività. Oltre a residui di cibo e indumenti, in questi "rifugi" sono state trovate le armi, lasciate lì per essere utilizzate dagli stessi spacciatori in casi di necessità di "autodifesa", sia contro le stesse forze dell'ordine che contro eventuali incursioni di rivali nelle perenni lotte tra bande per suddividersi le zone dello spaccio.