"La mia arma vincente? Lavorare in collegialità"

Annamaria Gatto è stata la prima presidente del Tribunale di Pavia. Prima di lasciare per il Covid ha gestito riforma accorpamento e ristrutturazione

Migration

di Manuela Marziani

"Quando avevo fatto domanda per venire a Pavia ero stata orientata dalla tradizione culturale della città che ha un prestigioso Ateneo. Una volta arrivata mi sono trovata dei colleghi bravissimi e grossi problemi, dalle difficoltà di trasmissione dei dati alla logistica". Annamaria Gatto, prima presidente del Tribunale, ricorda così gli anni trascorsi in corso Cavour in un momento in cui c’erano anche una prefetta (Erminia Rosa Cesari) e una questora (Ivana Petricca).

"Abbiamo lavorato benissimo insieme – dice la dottoressa Gatto –, facendo lavori che solitamente sono appannaggio degli uomini. Io poi sono arrivata quando hanno accorpato i tribunali. I lavori di ristrutturazione erano cominciati nel 1998 e anni dopo non avevamo lo spazio per ospitare tutti i magistrati. Talvolta mi sono trovata nelle condizioni di dire a qualche collega che doveva rientrare dopo una lunga assenza, di non farlo perché non c’era una stanza disponibile".

Annamaria Gatto ha presieduto il tribunale in piena riforma, nel momento in cui le spese dei non erano più a carico dei Comuni ma del Ministero di Giustizia: "Ho imparato a occuparmi di appalti e di acquisti anche della carta igienica, ma sono riuscita a consentire ai colleghi di non lavorare in inverno indossando il giubbotto o di svenire d’estate. In questo, forse, il mio essere donna mi ha aiutata, ho saputo essere concreta e aperta al dialogo. Mi sono confrontata con tutti, dal presidente dell’Ordine degli avvocati a tutte le realtà. La collegialità è vincente".

Oggi il tribunale di Pavia è il terzo in Lombardia per bacino d’utenza e per procedimenti. "Non avevamo i computer - aggiunge Annamaria Gatto -, mi sono fatta regalare scanner dall’Ordine degli avvocati e siamo riusciti a reinserire detenuti nel mondo del lavoro impegnandoli per il tribunale e per l’Ordine. Il reinserimento dei detenuti è stata una cosa bellissima, ci ha dato tanto. E’ la dimostrazione della capacità d’accoglienza femminile". Spirito di squadra: è stata questa la carta vincente di Annamaria Gatto che oggi viene ricordata dall’ex presidente dell’Ordine degli avvocati, Roberto Ianco, membro del Consiglio giudiziario presso la Corte d’Appello di Milano: "La presidente è arrivata in un momento difficile e ha fatto tantissimo per l’organizzazione del lavoro". "La porta del mio ufficio è sempre stata aperta - insiste la presidente -, ma non ho mai avuto bisogno di imporre niente a nessuno, tutti lavoravano anche più del dovuto e la macchina girava. Purtroppo non ho potuto dare gratifiche come avrei voluto".

E pure per il contrasto della violenza alle donne Annamaria Gatto è riuscita a creare una rete di enti e associazioni. "A Pavia le sensibilità non mancano – conferma –, la rete è stata una delle prime cose fatte, insieme alla formazione. Non c’è stato un 25 novembre in cui il presidente del tribunale e il procuratore non siano scesi a parlare con i ragazzi in corteo. È fondamentale che le istituzioni si aprano al dialogo. Purtroppo non ho potuto acconsentire al posizionamento di una panchina rossa nell’atrio del tribunale. La pandemia ci aveva obbligati a rivedere gli spazi e ho dovuto privilegiare la salute". E proprio a causa della pandemia Gatto ha deciso di lasciare l’incarico.

"Mi sono macerata prima di inviare la domanda di pensionamento - ammette -. Era marzo e la pandemia ci aveva colti impreparati. Quando mi venivano a chiamare per andare a casa era come se mi togliessero un macigno dalle spalle. Rischiavo di rimetterci la salute, per questo ho deciso di lasciare. Ma continuo a mantenere rapporti con i colleghi e il personale. Mi chiamano "Presi" e mi chiedono consigli. Sento un affetto sincero da parte di avvocati, colleghi, amici. Pavia mi ha ha fatto crescere molto e le sono grata. La decisione di chi mandare ora a presiedere il tribunale spetta al Consiglio superiore della magistratura, io spero che arrivi a Pavia qualcuno che la ami quanto l’ho amata io".