Umberto Bossi, la ricetta per la Lega al Comitato Nord: "Rinnovare senza distruggere"

Il "senatur" al primo incontro pubblico nel Pavese. "Un movimento politico non può vivere se non ha una sua identità politica". Con lui Angelo Ciocca, Paolo Grimoldi, Roberto Castelli, Giuseppe Leoni e Francesco Speroni

Umberto Bossi e Angelo Ciocca al primo incontro del Comitato Nord

Umberto Bossi e Angelo Ciocca al primo incontro del Comitato Nord

Vellezzo Bellini (Pavia), 3 dicembre 2022 - Il richiamo del vecchio condottiero viene raccolto. Sono in un migliaio ad attenderlo e non basta a contenerli la sala del castello di Giovenzano, frazione di Vellezzo Bellini, nel Pavese, che ospita il primo incontro pubblico del Comitato Nord. Il fondatore e presidente a vita lo ha voluto con l'obiettivo dichiarato di riportare la Lega all'originaria vocazione autonomista e territoriale, dopo il mal digerito tonfo alle elezioni politiche di settembre. "Sta arrivando", "Ecco Umberto Bossi", annunciano poco prima di mezzogiorno dal palco, che viene subito stretto d'assedio da giornalisti, fotografi, operatori televisivi.

L'arrivo del patriarca

La gente inizia a scandire "Bosi-si, Bos-si", come una eco di tempi lontani. Un solitario "Padania libera". Applauso. Sventolìo di fazzoletti verdi. Parte la musica del coro del Nabucco. "Ecco, capo - dice l'europarlamentare Angelo Ciocca, coordinatore del Comitato con Paolo Grimoldi -, sono qui tutti per te". Il patriarca seduto sulla carrozzina è sofferente, anziano, ma ancora una volta deciso a rimandare il suo autunno. Vede Castelli, lo saluta con un "Ciao Roberto" e lo invita sul palco. L'ex ministro non è l'unico leghista storico presente. C'è Giuseppe Leoni, uno dei fondatori della Lega Lombarda, firmatario dell'atto costitutivo nello studio di un notaio di Varese, nel remotissimo 1984. Ci sono Francesco Speroni e Dario Galli. Da Lampedusa è salita Angela Maraventano, prima leghista dell'isola, vice sindaca per cinque anni.

Il messaggio: "Rinnovare senza distruggere"

Bossi inizia a parlare. Un intervento che, senza mai citare Salvini, assume toni fra l'accorato e il polemico quando richiama l'identità cancellata della Lega e si fa sferzante con il monito che "senza identità un movimento politico muore": chiaro messaggio al segretario ministro Salvini. Lancia un motto: "Rinnovare senza distruggere". "Benvenuti - esordisce - al primo incontro del Comitato Nord. Io, Angelo, Paolo gli abbiamo dato vita quando si è capito che era arrivato il momento. E' arrivato il momento di alzarsi in piedi, non solo alla luce dei risultati negativi della Lega alle ultime politiche. I risultati elettorali negativi sono venuti come conseguenza di momenti che abbiamo sofferto, che hanno cambiato l'identità della Lega. Sapevamo tutti come sarebbe andata a finire. Abbiamo dovuto aspettare la crisi elettorale per muoverci liberamente. Serve una identità forte e chiara. Un movimento politico non può vivere se non ha una sua identità politica precisa. Abbiamo dato vita al Comitato per rinnovare la Lega, non per distruggere. La Lega è l'unico strumento contro il centralismo romano. Distruggerla sarebbe un errore. Temevamo che molta gente se ne sarebbe andata, non possiamo accettarlo senza fare niente".

Nasce il Comitato Nord

"Ho anche maturato la convinzione che noi da soli non possiamo andare avanti a dirigere. Da oggi tutti voi partecipate alla direzione del Comitato Nord. Il Comitato non è un cosa centralista. Non possiamo essere centralisti a casa nostra. Chiedere l'autonomia significa essere per prima cosa autonomisti". Riserva uno strale polemico per il commissariamento (che dura da quattro anni) della Lega in Veneto: "Si toglie ai fratelli veneti la possibilità di scegliere i loro dirigenti. Inaccettabile". Torna sul tema del cambiamento interno. "Siamo qui per rinnovare la Lega, non per fare un piacere al centralismo romano. Un mese fa non si pensava di avere tanta gente. Il problema era sentito. C'è la volontà di rinnovare. Noi abbiamo solo la volontà di fare il bene della Lega. Non ci interessa punire. Non vogliamo mettere al muro nessuno. Uno governa il partito per quello che è capace di fare, per quello che gli è permesso fare".

I prossimi passi

Una pausa riempita da un "Libertà" lanciato dall'affollatissima, platea un "Bos-si, Bos-si", prima che il gran demiurgo riprenda. "Non potevo più andare in giro che arrivavano i militanti della Lega: 'Bossi', fa' qualcosa'" Chiama accanto a sé Toni Da Re, ultimo segretario eletto della Liga Veneta, e lo rassicura: "Quello che è capitato cambierà, non dubitare, cambierà". Ciocca annuncia: "Capo, i lombardi, i veneti, ci sono. Ci sono Piemonte e Marche. Da oggi iniziamo a lavorare in altre regioni". "Agli ordini", risponde il vecchio comandante abbozzando il  saluto militare".Il "Va' pensiero", questa volta cantato con la mano sul cuore, secondo il rituale leghista.