Coltellata fatale dopo un litigio Arriva la condanna a otto anni

Souli Mourad Ben Salah, quarantasettenne cittadino tunisino, è stato giudicato col rito abbreviato per l’omicidio di un connazionale di 43 anni, Karim Taboudi, avvenuto a Vigevano nel 2020

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di Nicoletta Pisanu

Secondo l’accusa aveva ucciso un conoscente sferrando una coltellata al culmine di un litigio per motivi economici.

Ieri Souli Mourad Ben Salah, quarantasettenne cittadino tunisino, è stato condannato a otto anni e due mesi di reclusione per l’omicidio di un connazionale di quarantatré anni, Karim Taboudi, a Vigevano quasi tre anni fa.

L’imputato aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, che consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. L’accusa aveva chiesto nella scorsa udienza la condanna a nove anni e sei mesi di reclusione per l’imputato.

Costituita parte civile la sorella di Taboudi, il giudice ha disposto il versamento di una provvisionale da centomila euro da parte dell’imputato a suo favore. Secondo le accuse, il delitto si era verificato il 27 febbraio 2020 in via dei Mulini a Vigevano. Il movente sarebbe riconducibile a una lite per motivi economici.

Secondo la ricostruzione dell’accaduto sembra che Taboudi, di professione operaio, si fosse recato a casa del quarantasettenne, disoccupato, e che i due avessero avuto un’accesa discussione. Era poi spuntato un coltello e Taboudi era rimasto ferito al torace: soccorso e portato in ospedale, era deceduto dopo alcune settimane di ricovero in Rianimazione, in piena pandemia da coronavirus, per il profondo trauma riportato. Ben Salah era stato indagato in principio per lesioni aggravate. Inizialmente, la Procura di Pavia aveva chiesto l’archiviazione del caso, ma i familiari della parte offesa avevano presentato opposizione: il gip di Pavia, chiamato a valutare la situazione, aveva rigettato la richiesta di archiviazione della Procura e così era stato avviato il processo. L’accusa era stata modificata in omicidio volontario. Ben Salah aveva scelto di essere giudicato con rito abbreviato, assistito dall’avvocata Barbara Bosco: "Nel formulare la propria sentenza il giudice ha tenuto conto dell’attenuante della provocazione", ha commentato ieri la legale che ha anticipato l’intenzione di affrontare il secondo grado di giudizio: "Ricorreremo in Appello". Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra novanta giorni.