Avis, sistema trasfusioni da mettere in sicurezza

Il presidente Oscar Bianchi: "Rete regionale in perdita di oltre 2 milioni di euro". E donazioni da tutelare

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Messa in sicurezza del sistema trasfusionale lombardo, riposizionamento del coordinamento regionale entro l’attività di programmazione e pianificazione, centralità della donazione al servizio del malato, che va tutelata. Sono queste le richieste che Avis Regionale Lombardia ritiene indispensabili per la sostenibilità del sistema trasfusionale lombardo, che oggi non è in sicurezza. Le Avis lombarde raccolgono, in convenzione con le Asst, il 40% (circa 200.000 unità tra sangue e plasmaderivati) del sangue ed emoderivati con proprie strutture associative di raccolta. Il 90% del sangue in Regione, compreso quello raccolto direttamente dalle strutture ospedaliere, viene donato dai circa 270mila donatori iscritti all’Avis. Alla fine del 2021 a Pavia erano 2.987 i soci donatori che hanno donato 3.246 unità di sangue intero e 1.538 unità di aferesi. Ma le tariffe previste dalla convenzione Stato Regioni basate su dati economici del 2017 oggi risultano insufficienti. "Le Avis del nostro territorio sono fortemente in difficoltà - spiega il presidente Oscar Bianchi -. Il sistema regionale associativo è in perdita di oltre 2 milioni di euro, una perdita coperta finora dalle Avis lombarde, che hanno utilizzato le loro risorse accantonate in 95 anni, sottratte all’attività statutaria e non destinate alla copertura dell’aumento dei costi sanitari, che competono al sistema pubblico. Abbiamo lavorato in tutti questi mesi per una soluzione con la Regione, ma pur trovando apertura da parte della politica, abbiamo trovato uno scoglio al momento insormontabile, quello dell’ambito tecnico". Il coordinamento del sistema trasfusionale è infatti in capo a ScrAreu, che gestisce l’Emergenza e urgenza: "Il sistema sangue non è emergenza e urgenza - continua Bianchi -. È programmazione e pianificazione. Non possiamo essere considerati “fornitori”. Dobbiamo muoverci dentro un sistema che risponda alla necessità quotidiana di cura delle persone attraverso il sangue ed emoderivati. Serve un cambiamento di rotta di carattere strutturale". M.M.