Pavia, primo paziente con aritmia al mondo curato con fascio di protoni

Colpita in modo mirato e con un ridottissimo impatto sui delicati tessuti circostanti la porzione del cuore responsabile dei battiti cardiaci irregolari

Una sala del Cnao in una foto d'archivio (Torres)

Una sala del Cnao in una foto d'archivio (Torres)

Pavia, 22 gennaio 2020 - Per la prima volta al mondo un paziente con aritmia ventricolare è stato trattato con un fascio di protoni che ha colpito, in modo mirato e con un ridottissimo impatto sui delicati tessuti circostanti, la porzione del cuore responsabile dei battiti cardiaci irregolari. L'intervento, messo a punto in collaborazione con la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, è stato eseguito al Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, uno dei 6 centri al mondo dotati di acceleratori capaci di generare fasci di protoni e ioni carbonio, utilizzati in genere per la cura dei tumori radioresistenti e non operabili. 

Il paziente, di 73 anni, affetto da una grave forma di cardiomiopatia dilatativa è stato trasferito a Pavia da un ospedale milanese dove era ricoverato per aritmie ventricolari condizionanti ripetuti arresti cardiaci. Il 13 dicembre 2019, il paziente, su richiesta del Policlinico San Matteo di Pavia, è stato sottoposto al trattamento di adroterapia con protoni, eseguito al Cnao in un'unica seduta in cui un fascio di protoni ha colpito la "sede" dell'aritmia. La scelta di optare per la prima volta sui protoni, una metodica del tutto incruenta, è nata dal fatto che i protoni, rispetto ai fotoni, hanno un impatto molto inferiore sui tessuti circostanti che devono essere risparmiati dalle radiazioni. 

La scelta di utilizzare l'adroterapia con protoni, forma avanzata di radioterapia per la cura dei tumori, per il trattamento di una patologia cardiaca è nata infatti dalla necessità di contrastare una forma particolarmente aggressiva di aritmia ventricolare che non aveva risposto efficacemente sia ai trattamenti tradizionali sia a quelli più avanzati (plurimi farmaci, ablazione invasiva tramite radiofrequenza e chirurgia toracica sul sistema nervoso cardiaco) e che determinava nel paziente continue e pericolose alterazioni del ritmo cardiaco. L'aritmia ventricolare genera impulsi elettrici non sincronizzati che impediscono al cuore di pompare il sangue e possono portare all'arresto cardiaco. Per fermarla è necessario intervenire sulla parte del cuore dove gli impulsi aritmici si generano.