Altre quattri consiglieri rassegnano le dimissioni CdA di Terre d’Oltrepò da rieleggere dopo un anno

Ennesima bufera ai vertici di Terre d’Oltrepò, il colosso della della cooperazione vinicola, in Lombardia. Per la seconda volta, a distanza di un solo anno, i quasi 600 soci saranno chiamati a votare anticipatamente, il prossimo 13 febbraio, per il rinnovo del CdA. Quello attuale, in carica dal febbraio 2022, infatti, decade in seguito ad altre quattro dimissioni Mario Cocchi, Davide Cristina, Antonio Morini e Giulio Romanini (fu il più votato) dopo quelle di Davide Gabetta, Davide Scabini e Valter Della Bianca avvenute fra novembre e dicembre. Insomma un dissenso in atto già da alcuni mesi.

"Motivazioni inaccettabili e comportamento irresponsabile – commenta, però, il vice presidente Emilio Bosini – tutte le decisioni erano approvate all’unanimità". L’attuale CdA era stato eletto solo un anno fa dopo una mozione di sfiducia che aveva fatto cadere, sempre dopo poco più di un anno dalle elezioni, il precedente organo esecutivo. Qualcuno ipotizza possibili clamorosi ritorni di esponenti di spicco degli scorsi anni. Bosini rivendica quanto fatto nel 2022: "Ci siamo dati una struttura che prima non esisteva, abbiamo affrontato una fase non facile, a causa del Covid e quest’anno pagheremo 70 euro al quintale, le uve Pinot ai soci contro le 56 di prima ed abbiamo già erogato, nonostante tutto, un anticipo sui conferimenti 2022 pari a 15 euro e prima erano solo 10".

Pierangela Ravizza