I SuperDì aperti col nuovo marchio non dovranno chiudere

I giudici rassicurano i lavoratori disperati della catena, trattative aperte per altri 5 punti vendita

Il SuperDì di Cesano Maderno chiuso

Il SuperDì di Cesano Maderno chiuso

Monza, 17 gennaio 2019 - Caso SuprDì, i giudici hanno ascoltato proprio tutti, compresi alcuni lavoratori che hanno voluto assistere all’udienza convocata ieri pomeriggio dalla terza sezione fallimentare del Tribunale di Monza, che si dovrà esprimere sul futuro di Gca General Market srl. La presidente Maria Gabriella Mariconda con il giudice Caterina Giovannetti e il giudice relatore Luca Fuzio si sono presi qualche giorno di tempo per decidere sul da farsi, ma hanno raccolto l’appello disperato degli ex dipendenti della catena Superdì: "Fate presto, noi non ce la facciamo più".

Era attesissimo l’appuntamento di ieri pomeriggio a Monza, perché la piega che potrà prendere l’intricata vicenda della crisi in cui è precipitata la catena di supermercati creata dalla famiglia Franchini dipenderà in gran parte dalla decisione che prenderà il collegio giudicante davanti al quale ieri sono intervenuti i rappresentanti di Gca General Market Srl (la principale società del gruppo, proprietaria della quasi totalità dei punti vendita ex SuperDì), quelli di Italmark, la società bresciana che ha rilevato 9 punti vendita, di cui 3 già aperti dal 20 dicembre e in procinto di aprirne altri a brevissimo e quelli di MaxiDi srl, titolare del marchio Famila, che ha rilevato 5 punti vendita, tra cui quelli di Barlassina e Robbio (Pv) che avrebbero dovuto aprire l’8 gennaio scorso ma che sono rimasti chiusi, pur già caricati di merce, dopo essere venuti a conoscenza dell’intervento del Tribunale. Ogni parte in causa ha cercato di motivare le decisioni fin qui intraprese, nell’interesse dell’azienda rappresentata e anche dei lavoratori che, con le cessioni dei punti vendita, sarebbero passati direttamente sotto la nuova insegna. In ballo ci sono però anche le ingiunzioni presentate da alcuni creditori e da alcuni lavoratori in maniera singola ed autonoma. In aula, tra i lavoratori con il fiato sospeso, c’era Duilio Loi, dipendente del punto vendita di Cogliate che si è fatto portavoce di molti suoi colleghi: "Ho chiesto di poter intervenire e la presidente del collegio ha acconsentito, ero un po’ spaventato ed emozionato ma volevo far conoscere il sentimento mio e di tutti i miei colleghi" ha raccontato all’uscita del Tribunale. Solo poche parole, rivolte al collegio giudicante: "Prendete qualunque decisione ma fatelo presto, non teneteci ancora sulle spine, non ce la facciamo più a sopportare questa situazione". "I giudici ci hanno tranquillizzato, dicendo di avere ben presente la situazione in cui ci troviamo e devo dire che questo ci fa stare un po’ meglio - ha aggiunto Loi -. Ho rivolto anche una domanda specifica sui supermercati che hanno già riaperto con il nuovo marchio e mi hanno rassicurato che non dovranno chiudere". Adesso si attende il pronunciamento.Oggi in Regione Lombardia, le parti sono convocate per un’audizione davanti alla Commissione attività produttive dove si cercherà di aggiungere ulteriori elementi per la soluzione della vicenda. 

Intanto almeno altri 5 punti vendita ex IperDì (quelli con le maggiori superfici) sarebbero interessati da un possibile passaggio di proprietà, che resta al momento coperto da riservatezza. E’ quello che emerge da un documento riassuntivo elaborato da Regione Lombardia, dopo gli approfondimenti condotti dalla commissione Attività produttive. In questa ulteriore trattativa sarebbero coinvolti i punti vendita di Cesano Maderno, Senago, Porto Ceresio, Trezzano e Lodi. Al momento, resterebbero esclusi da trattative per possibili acquisizioni ben 14 punti vendita, per un totale di 165 dipendenti e tra questi c’è anche il punto vendita di Desio. Con le acquisizioni siglate ad inizio dicembre e ora oggetto di attenzione da parte del Tribunale di Monza, sono passati alle dipendenze di Italmark 59 dipendenti, mentre altri 39 dipendenti si sono dimessi prima della fine dello scorso anno. Quelli ancora ufficialmente in carico a Gca risultano 659, per i quali proprio alla fine della scorsa settimana, con almeno un mese di ritardo, è stato firmato il decreto di concessione della cassa integrazione. Al momento questi lavoratori sono senza alcuna entrata dallo scorso mese di agosto e la situazione sta diventando oggettivamente difficile per molte famiglie, alle prese con mutuo e bollette da pagare. L’avvio dell’erogazione della cassa, atteso nelle prossime settimane, potrebbe alleviare le sofferenze, ma ancor meglio potrebbe fare il via libera del Tribunale alle acquisizioni che consentirebbero ai dipendenti dei punti vendita interessati di tornare subito a lavorare.