
Studenti al lavoro
Monza, 4 febbraio 2021 - Testa, mani e cuore . Teoria, pratica, passione. Per “dare gas“ a un sogno che ha l’odore della benzina e degli pneumatici, i decibel dei motori da corsa, la forma di una monoposto, di un bolide a ruote coperte o di una moto da corsa. Un sogno che poi diventa un mestiere. Ai box, ma anche nelle factory. Perché il talento, supportato dalle giuste competenze tecniche, può portare molto lontano. A quel lo puntano dritto i giovani studenti della Motorsport Technical School all’autodromo di Monza, il Tempio della velocità. Il circuito leggendario della Formula Uno. Sono 101 ragazzi e 6 ragazze: 77 appassionati per gli indirizzi dedicati al mondo del racing (meccanici moto racing; meccanici auto racing; performance engineer; master di race engineer) e 30 per il corso di meccanica del Fondo Vasco Ferrante. Le prime lezioni per i futuri “campioni dei box“ sono già partite. In presenza, nelle aule e nei box dell’autodromo.
«Nel più assoluto rispetto di tutte le normative anti-Covid, per evitare qualsiasi possibilità di contagio – assicura Eugenia Capanna, fondatrice e amministratore delegato della scuola – Una cosa è certa: pandemia, mascherina e distanza non saranno un ostacolo per i docenti che anche in questo particolare anno scolastico sforneranno tecnici di altissimo livello, dando loro il lasciapassare per lavorare subito nel mondo delle corse". Come Matteo Bettanin, vincitore della borsa di studio Total-MTS che gli ha permesso di gareggiare con il Total Gresini Junior Team, e Agonafir Mante, il ragazzo etiope che ora già lavora come capo-macchina sulle MP3 con il team Eurointernational. La marcia in più è "restare sempre al passo con le ultimissime innovazioni e tecnologie". Lo richiede il mercato. Lo richiedono i partner della scuola che continuano a fare la storia del motorsport, da Brembo Racing a Pirelli a McLaren Applied Technology. E ancora, tra gli altri, Ducati Corse, Yamaha Factory Racing, Total Italia (che sostiene tre borse di studio). O come Wave Italy, azienda leader nel Sim Racing, che mette a disposizione degli ingegneri della School monzese i suoi simulatori per acquisire competenze e know-how all’avanguardia. Ma c’è anche il “lavoro sporco“. Perché "durante una caduta si può spaccare l’attacco del pedale o il telaietto, oppure si piega una staffa e si crea una crepa. Ecco, in questi casi invece di sostituire il pezzo lo si può saldare", la dritta di Marco Ventura, docente e capo-meccanico di Ducati in MotoGp. Se si rompe un pezzo e si corre sul filo dei millesimi anche nel box, in situazioni di emergenza bisogna saldare velocemente. S’impara pure questo, con la tecnologia di Telwin che ha confermato gli investimenti sul capitale umano della scuola.
«È molto importante per noi questa partnership – conferma Capanna – perché dà la possibilità ai nostri studenti di avere una specializzazione che permette a un meccanico di essere completo e di proporsi nel mercato del lavoro con un valore aggiunto". Anche per questo "stiamo lavorando all’apertura di una seconda sede che sarà attiva tutto l’anno e si occuperà di formazione tecnica dedicata al mondo della meccanica per auto e moto sia di serie sia racing a 360°". Servono competenze e tecnica, certo. Ma anche carattere. «Il nostro obiettivo è arrivare ad avere professionisti – spiega Capanna – Ma la prima cosa da insegnare a questi ragazzi è che devono diventare innanzitutto una grande famiglia. Devono imparare a essere una squadra, è anche quella la chiave del successo". Perché quando arrivi a 350 chilometri orari in fondo al rettilineo di Monza, il bullone che chiude il pedale del freno dev’essere stretto come si deve. E quello lo fanno i meccanici. Gli ingegneri di pista, invece, sono gli occhi del pilota fuori dall’abitacolo. Il box è una cosa sola, una squadra ma soprattutto una famiglia in cui ci si deve fidare l’uno dell’altro.