Crisi Pozzoli Food: "Garantire gli stipendi e trovare un compratore"

I consiglieri regionali hanno discusso della crisi. Destinati a chiudere tutti i market del gruppo in concordato fallimentare

Negozi Pozzoli

Negozi Pozzoli

Como, 1 febbraio 2020 - Ancora tutti con il fiato sospeso per la sorte della Pozzoli Food e, in particolare, per quella dei 185 dipendenti. Giovedì pomeriggio la questione è stata affrontata anche nella sede di Regione Lombardia, con un’audizione convocata dalla commissione Attività produttive. «La priorità - afferma Andrea Monti, vicecapogruppo della Lega - restano i dipendenti e le loro famiglie. La nostra preoccupazione principale è quella di far arrivare i soldi a fine mese ai dipendenti anche nel periodo di transizione, aprendo subito la cassa integrazione». Che si tratti di transizione o di fine è ancora tutto da chiarire. Difficile decifrare la situazione. L’unica certezza è che oggi come oggi la Pozzoli Food si trova in una situazione di preconcordato fallimentare.

«Al momento - spiega Monti - sono state abbassate le saracinesche per dodici negozi e, prossimamente, altri quattro seguiranno lo stesso destino. Gli ultimi saranno Desio e Vertemate con Minoprio. Sarebbe auspicabile che venga trovato presto un acquirente (attualmente parrebbero esserci in corso trattative con quattro gruppi), che garantisca un passaggio corretto e favorevole al riassorbimento dei lavoratori». Cerca di essere ottimista il consigliere brianzolo Alessandro Corbetta (anche lui della Lega), che aveva già presentato un’interrogazione. «E’ stata inoltrata in Regione la richiesta della cassa integrazione straordinaria per 185 dipendenti - dichiara Corbetta -, in attesa dell’apertura di un tavolo ministeriale sul medesimo tema. I punti vendita stanno chiudendo. I sei ancora attivi abbasseranno le saracinesca una volta esaurite le scorte di magazzino. Continueremo a monitorare la situazione, consci che le strutture competenti di Regione Lombardia sono in continuo contatto con le parti in causa e con la speranza che le trattative di vendita si chiudano in maniera positiva per i 185 dipendenti e i 18 punti vendita sparsi sul territorio lombardo. Di sicuro le trattative non potranno prolungarsi oltre tre mesi, in quanto la procedura di concordato preventivo con il tribunale terminerà entro il 29 febbraio e potrà essere prolungata di 60 giorni e non oltre».

I conti sono presto fatti: «Entro aprile - spiega Gigi Ponti, consigliere regionale del Pd - si saprà se ci sarà un compratore. L’auspicio che siano acquisiti tutti i punti vendita e salvati tutti i 185 posti di lavoro. Dall’audizione è purtroppo emersa una certezza: anche i punti vendita ancora aperti saranno chiusi, gli ultimi saranno Desio e Vertemate. Dalla proprietà si è appreso che la trattativa di vendita entrerà nel vivo proprio nei prossimi giorni. Da parte nostra, data la delicatezza del caso, seguiremo con attenzione la vicenda sia per quanto riguarda la cassa integrazione che per le trattative sulla vendita».