Crisi Pozzoli Food, la Regione convoca azienda e dipendenti

I consiglieri del Pd vogliono la convocazione dei dipendenti e della proprietà alla IV commissione Attività produttive del Pirellone

Pozzoli Food

Pozzoli Food

Monza, 13 gennaio 2020 -  Tutti insieme per far sì che il gruppo Pozzoli Food possa superare questa fase di stallo e che i dipendenti riescano a ottenere garanzie riguardo al mantenimento di un posto di lavoro. Dopo la presa di posizione dei giorni scorsi del consigliere regionale Alessandro Corbetta (Lega), fanno sentire la loro voce al Pirellone anche Gigi Ponti e Angelo Orsenigo (Pd).

Insieme a Raffaele Straniero, Paola Bocci e Samuele Astuti, colleghi nella IV commissione Attività produttive, chiedono che siano convocate al più presto i titolari dell’azienda insieme alle organizzazioni sindacali per fare chiarezza sulla reale situazione aziendale e per cercare di individuare le soluzioni più opportune. "Un atto necessario - spiegano Ponti e Orsenigo - per capire quanto sia profonda la crisi aziendale, soprattutto in seguito alla richiesta dello scorso 31 dicembre di concordato preventivo con riserva al Tribunale di Monza, sezione fallimenti. Si rincorrono di ora in ora notizie di cessione dei punti vendita ad altri marchi che rappresenterebbe la soluzione migliore. Vogliamo capire come stanno le cose".

Ponti , suo malgrado, non è la prima volta che si trova ad affrontare una crisi aziendale. Nel recente passato, prima nelle vesti di sindaco di Cesano Maderno poi in quelle di consigliere regionale, si è impegnato in prima persona per i problemi dell’Iperdì e Superdì, ma anche per quelli del Mercatone Uno. Nel primo caso, però, la vicenda si era conclusa con successo, con il riassorbimento dei lavoratori in altre aziende del settore della distribuzione.

Per il Mercatone Uno, invece, al momento nulla di fatto. L’unica notizia positiva è il prolungamento fino a maggio della cassa integrazione guadagni straordinaria. Ora questa nuova crisi occupazionale che scuote la Brianza e che lascia nell’incertezza numerose famiglie, per un totale di 185 dipendenti distribuiti in diciotto punti vendita tutti situati in Lombardia. "In particolare - concludono Ponti e Orsenigo -, ci sembra importante capire quale sarà il destino di questi lavoratori, se, nell’eventualità, gli ammortizzatori sociali sono già stati attivati, che possibilità ci sono di essere ricollocati o assorbiti da altri marchi, appunto, e, in sostanza, quale sarà il futuro dei dipendenti e delle loro famiglie, di fronte all’ennesima crisi di impresa che colpisce i nostri territori".