A quale fondo andrà Fimer? Il Cda vuole Clementy, sindacati e istituzioni preferiscono Greybull

Il 21 agosto decisione del giudice sull’offerta caldeggiata dal consiglio di amministrazione, Fim e Fiom sperano in un intervento del ministro Urso

Interni della Fimer

Interni della Fimer

Vimercate (Monza) – Guerra tra fondi britannici, Greybull-Mc Laren e Clementy, per comprare e rilanciare Fimer, il colosso brianzolo degli inverter per fotovoltaico con una sede anche nell’Aretino, a Terranuova Bracciolini.

Due anni sulla graticola per i 400 dipendenti rimasti, ma prima erano il triplo, un centinaio in Lombardia, con problemi per la proprietà cominciati dopo l’acquisizione da Abb dello stabilimento in Toscana e piani di crescita che si sono ritrovati a fare i conti con la crisi innescata dalla pandemia, con le tensioni internazionali frutto della guerra in Ucraina e i loro riflessi sul costo delle materie prime e le difficoltà a reperirle.

Risultato: il gigante all’opera nel settore del futuro è passato da 380 milioni di fatturato nel 2021 a problemi di liquidità. In tribunale a Milano è aperto il concordato preventivo e il giudice il 21 agosto deciderà se l’offerta di Clementy scelta dal nuovo Cda ha le basi per dare un futuro all’occupazione e agli affari, oppure no.

Il ritorno in auge degli inglesi è arrivato dopo la bocciatura della proposta di Greybull, preferita in un primo momento dal Consiglio di amministrazione e per Fim, Fiom e le istituzioni da sempre a fianco degli operai "con basi tali da garantire il futuro finanziario e industriale del marchio". Sul piatto 50 milioni con liquidità immediata per scongiurare il crac e riprendere la produzione ferma per mancanza di componenti e personale in solidarietà. Dall’altra parte i milioni sono 95, prima tranche di 17 con lo stesso scopo, ma ad aver convinto la cabina di regia Fimer sarebbero state condizioni "più vantaggiose per la società, i dipendenti, i creditori sia in termini di liquidità e di ricapitalizzazione che di conservazione degli asset aziendali".

Il fondo è specializzato in salvataggio di imprese in difficoltà e vanta investimenti per 8 miliardi. Ma il suo piano non ha convinto i sindacati che visti i precedenti – Clementy era stato licenziato ad aprile per preferirgli Greybull – non si scaldano: "Davanti alla nostre domande sulla immediata effettiva disponibilità di capitali le risposte sono state vaghe". Da qui la richiesta al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso di riaprire con urgenza il tavolo nazionale sulla vertenza.