Brugherio, ore decisive per il futuro della Candy

Dopo l’assemblea, l’incontro al ministero e poi il referendum

La fabbrica di Brugherio

La fabbrica di Brugherio

Brugherio (Monza Brianza), 12 settembre 2018 - Ieri sera l’assemblea con gli operai. Lunedì la trasferta a Roma per l’incontro al ministero dello Sviluppo economico. Martedì il referendum aziendale. Sono gli appuntamenti per l’operazione «annulla esuberi» alla Candy. Settimana scorsa infatti sindacati e azienda hanno trovato un’intesa che cancellerebbe gli oltre 200 esuberi (inizialmente erano 260 ma ci sono state una 50ina di uscite volontarie incentivate) annunciati dalla Candy 2 anni fa e sinora “congelati” grazie a contratti di solidarietà e cassa integrazione. Un accordo a “doppio binario” per evitare licenziamenti.

Il piano A prevede due fasi: prima la richiesta di un ulteriore anno di cassa integrazione (questo l’obiettivo dell’incontro al ministero) e poi, dall’anno successivo, l’applicazione di orari e taglio degli integrativi (accordi aziendali di secondo livello) che porteranno a riduzioni di stipendio (pari ai livelli attuali, in regime di cassa integrazione) ma a salvare tutti i 500 posti di lavoro nella fabbrica di Brugherio (l’ultima del Gruppo Candy rimasta in Italia). Il piano B scatterebbe invece nel caso in cui il Ministero non concedesse un nuovo anno di cassa. Si passerebbe subito alla fase due del piano A (taglio degli integrativi e tutti salvi). Come? Verrebbero sostanzialmente cancellati gli accordi di secondo livello e la 14esima (anche questa un’integrativo aziendale) spalmata lungo l’anno (pagata ogni mese). I nuovi assunti non dovrebbero più godere di nessun integrativo. Le ore lavorative (attualmente 16 a settimana) passerebbero a 24 (nel prossimo, eventuale, anno di cassa) e poi a 28 definitive con aumenti dei volumi progressivi: dalle attuali 320mila lavatrici all’anno a 500mila. In caso di mancata concessione della cassa si andrebeb subito a 28 ore.

Soluzioni che, pur salvando l’occupazione, non convincono tutti proprio per i tagli economici strutturali. Verrebbe anche tolto (fra un anno) il pullman aziendale che porta a Brugherio i lavoratori (un’ottantina in totale, ma molti non usano il bus) che prima lavoravano nelle fabbriche lombarde ora chiuse. Di sicuro il Gruppo Candy, dopo anni di flessione, sta attraversando un momento di rilancio. Il fatturato è cresciuto del 14 per cento nel 2017 (1,148 miliardi di euro di ricavi). Candy ha circa 4.100 dipendenti nel mondo, sei stabilimenti tra Europa, Turchia e Cina. Oltre a Hoover, possiede, fra gli altri, i marchi Rosières (Francia), Jinling (Cina).