Iva Zanicchi: "Sopravvissuta all’Asiatica, ora mi racconto barzellette per star allegra"

La cantante e donna di spettacolo, dal suo rifugio di Lesmo, si appella: "Se si vuole farcela, rimanete in casa"

Iva Zanicchi

Iva Zanicchi

Lesmo (Monza e Brianza), 4 aprile 2020 - «Stiamo tutti bene… come tutti sono chiusa in casa, non metto fuori il becco… ma per fortuna ho una casa grande, con il giardino. Ma è anche vero che vivo in una zona particolarmente a rischio della Brianza, al confine con la Bergamasca». Sospiro. «La speranza, ovviamente, è che vada tutto bene. Se poi uno ha fede, una preghiera non fa mai male». E lei ha fede? «Certo, sono una grande peccatrice (ride), ma sono credente». Iva Zanicchi esplode in una risata. La grande cantante dotata di una voce eccezionale (era soprannominata l’Aquila di Ligonchio), ormai da oltre quarant’anni è trapiantata in Brianza, a Lesmo, paesino di meno di novemila anime. E ha una gran voglia di chiacchierare.  Ha appena compiuto (lo scorso 18 gennaio) ottant’anni, ma - nonostante le preoccupazioni di questo momento difficile - mantiene tutta la sua contagiosa voglia di vivere. Vincitrice di tre Festival di Sanremo, prima cantante italiana a esibirsi in Russia ai tempi del blocco. Presentatrice televisiva, attrice, politica.  E soprattutto donna schietta e ruspante, con pochi o punto peli sulla lingua. «Speriamo nella Scienza: andiamo sulla Luna e fra poco forse andremo pure su Marte, è possibile che adesso basti un piccolo virus per metterci in queste condizioni e farci morire tutti?   Quello che sta accadendo, il fatto che sia possibile, però, ti costringe anche riflettere… e ti fa capie che forse è giunto un po’ il momento di tirare tutti i remi in barca». Stare a casa è l’unico modo per fermare il contagio, forse gli Italiani hanno iniziato a capirlo. «E io mi unisco all’appello: bisogna continuare a dirlo, anche da parte di chi è privilegiato come me: occorre fare tutti questo piccolo e insieme grande sacrificio se non vogliamo che le persone muoiano.  E non dico solo gli anziani. Questo virus non guarda in faccia nessuno, pensiamo a tutti coloro che sono morti senza che gli potessimo nemmeno stringere la mano; da soli, negli ospedali: è atroce. E dunque non lamentiamoci se ci si chiede di restare a casa». A tratti, sembra in procinto di perdere la pazienza. Cosa l’ha fatta arrabbiare di più? «Che questo problema sia stato sottovalutato da tutti e per primi dai politici, a gennaio - se non prima - già si sapeva come sarebbero andate le cose”. Lei lo aveva detto. «Ricordo che il 2 febbraio scorso ero in televisione, mi avevano invitato a “Domenica In” e raccontai che in albergo avevo visto dei cinesi portati via in ambulanza. E invitavo tutti a stare attenti, dissi anche che se avessi incontrato un cinese che tossiva sarei scappata… Beh, mi saltarono tutti addosso, mi diedero della razzista, della fascista, senza capire che non ce l’avevo certo coi cinesi! Se fosse stato un tedesco (contagiato) a tossire, per me non sarebbe cambiato nulla.  Il problema è che bisognava fare attenzione a chi era stato contagiato. Lo sapevano t-u-t-t-i !(scandisce la frase, ndr). E adesso questo virus sta falcidiando il Veneto, la Lombardia, la mia Emilia...». Insomma, si poteva evitare. «Ho visto disputare partite di calcio con migliaia di spettatori, ho visto ventimila spagnoli allo stadio per una partita e adesso il contagio sta facendo un ecatombe pure in Spagna». Virologi e politici ribadiscono di stare a casa. «C’è sempre qualche cretino che non rispetta le regole, ma se non si fa questo sacrificio ne va della vita di tutti.  E non credete che toccherà solo a noi vecchi di cui magari non vedete l’ora di liberarvi, e che ci leviamo dalle palle, il virus sta uccidendo anche persone giovanissime: ragazzi di 14 anni, ho sentito l’altro giorno». Ha la voce squillante e non risparmia le battute, però, anche in questo frangente… «Mi sforzo di mantenere sempre l’allegria: sono strana, in fondo sono sempre stata un’artista e allora sa cosa faccio? A volte mi racconto da sola una barzelletta, di quelle che ricordo che mi facevano divertire, e mi metto a ridere». In casa si è organizzata? «Per fortuna ho un marito speciale, grande cuoco (lo storico compagno Fausto Pinna, ndr): il problema è tenerlo in casa, spesso gli anziani sono più indisciplinati dei giovani… La spesa la faccio arrivare a domicilio, con i furgoni che portano frutta e verdura ad esempio, e comunque siamo andati a fare una grande spesa per fare la scorta appena ci è stato chiesto di rimanere in casa. E così non ai esce più, però…». Però? «Però l’altro giorno anche mio marito mi è sfuggito, è dovuto uscire a riprendere il cane che era scappato dal cancello e ne ha approfittato per andare a prendere il pane!». Signora Iva, lei sembra godere di ottima salute, per fortuna. «Non ho mai preso l’influenza: quando ero giovane, ci fu l’epidemia di Influenza Asiatica. Avevo diciassette anni, in casa a Ligonchio (provincia di Reggio Emilia, ndr), vivevamo in 6 ed erano tutti malati… tranne me, che mi ritrovai a occuparmi di tutti e ad accudirli, per quanto potevo. E alla fine fui l’unica a non ammalarmi. Il mio medico dice che ho degli anticorpi mostruosi, però so che potrei essere portatrice sana e quindi sto attenta». Sembra che alcuni vip abbiano potuto fare tamponi, la gente comune si arrabbia… «Io non li ho mica fatti, però, non ho la pretesa di fare i tamponi, è giusto che li facciano medici e operatori sanitari. Come si fa a non fornire a tutti le mascherine, soprattutto a loro? Ho amici che gestiscono le case di riposo e sono disperati per questo. Ecco, da tutta questa disavventura stiamo imparando che in parecchi hanno peccato… di troppa leggerezza». Non tutto il mondo sembra avere reagito in maniera uguale. «Ho girato parecchio per il mondo, come cantante e anche come politica, mi fa paura il pensiero di     quello che potrà fare questa malattia nei Paesi più poveri, in Africa ad esempio...».  dario.crippa@ilgiorno.net