CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Con la bici in Pamir per i bimbi in difficoltà, il viaggio benefico di Renata: “A ogni pedalata regalo solidarietà”

Fisioterapista di Monza e ciclista, prepara una vacanza benefica sul massiccio montuoso: “Ogni chilometro percorso vale 4 euro donati: il mio tragitto ne prevede mille”

Renata Andolfi pronta a scalare in bici il Pamir. Per il suo viaggio ha organizzato una raccolta fondi: l’obiettivo è donare 4 euro per ogni chilometro percorso

Renata Andolfi pronta a scalare in bici il Pamir. Per il suo viaggio ha organizzato una raccolta fondi: l’obiettivo è donare 4 euro per ogni chilometro percorso

MONZA – In bici fra turismo e solidarietà. Dopo l’Himalaya indiano, è il Pamir la prossima meta di Renata Andolfi, fisioterapista monzese di mestiere e “biker globetrotter“ per passione. “Con un amico partiremo martedì, staremo via un mese – racconta –, una settimana da turisti in Uzbekistan, visitando Samarcanda e Bukara e la via della seta. Poi partiamo in bicicletta da Dushanbe (capitale del Tagikistan) per un giro di oltre mille chilometri. Il passo più alto sarà a 4.700 metri. Ci aspettiamo un percorso sterrato, in parte nel corridoio di Wakhan, un’enorme vallata percorsa dal fiume che segna il confine tra Afghanistan e Tagikistan”. E come nel suo viaggio precedente Renata farà una raccolta fondi a favore di “Divinity Foundation“, una casa di accoglienza in Kenia, ai piedi del Kilimangiaro, che si adopera in particolare contro le mutilazioni genitali delle bambine. La biker monzese lo farà appoggiandosi al portale Go fund me, proponendo ai suoi follower di offrire 4 euro per ogni chilometro percorso.

La passione per i viaggi in bicicletta accompagna Renata da sempre. “Nel 1941, in piena guerra – ricorda – i miei nonni fecero il giro della Toscana in bicicletta, per evadere dalle preoccupazioni quotidiane e immaginare un mondo più tranquillo di pace. È una passione genetica. Il mio primo giro in bicicletta? Il giro delle Langhe, in Piemonte, con gli scout quando avevo 12 anni”.

Da allora ha girato in bicicletta tutti i passi delle Alpi, i Pirenei più volte, ogni anno per Pasqua o Natale fa un giro nell’entroterra sardo alla ricerca dell’arte romanica. E ancora, il giro dell’Abruzzo, i 4 parchi della Calabria e l’entroterra del Cilento, da almeno 600 chilometri l’uno. La muove il senso della scoperta di luoghi vicini, ma un po’ discosti dalle mete turistiche e poi la passione per ambienti lontani e inesplorati e il contatto con altri popoli. Renata è stata la prima donna ad attraversare in solitaria l’Himalaya indiano e tra i primissimi nella valle Zalskar, un percorso nuovo per i ciclisti, non ancora indicato neanche da Google maps.

In Pamir percorrerà “solo“ un migliaio di chilometri. Fra i trucchi per la “sopravvivenza“, lo stivaggio: pochi indumenti necessari, poi tenda, fornello, stoviglie, cibi liofilizzati, medicine essenziali e sapone di Marsiglia. Totale 40 chili, perché questa volta non è possibile evitare di portare la tenda. Un viaggio eroico. Per pochi. “Per un tratto – anticipa – saremo in mezzo al nulla e, anzi, dovremo portarci una riserva d’acqua. Per fortuna in alcune tappe troveremo un alloggio minimal dalle famiglie del posto, ma il livello di confort sarà sicuramente basso, poi per fortuna anche una zona termale naturale”.

Incontra persone Renata, si ferma a parlare e condividere, dove la lingua lo permette. Altrimenti lascia spazio a gesti e sguardi che parlano il linguaggio dell’anima.