Fallito per colpa dello Stato: c'è la Festa della Repubblica, sloggio anticipato

Rimangiata la parola all'imprenditore Sergio Bramini, il senatore Corbetta scrive a Roma

Sergio Bramini al sit-in di protesta davanti a casa

Sergio Bramini al sit-in di protesta davanti a casa

Monza, 24 aprile 2018 - Altro che 45 giorni. Il giudice fallimentare che si sta occupando del caso Bramini, l’imprenditore fallito per colpa dello Stato a cui si intende sottrarre e mettere all’asta la prima e unica casa, è intervenuto a piè pari sulla vicenda. Ricordate come appena sette giorni fa il questore di Milano avesse concesso a Sergio Bramini e alla sua famiglia (moglie, tre figli e una nipotina) altri 45 giorni di tempo prima di essere sloggiato dalla forza pubblica? Una decisione maturata per ragioni di ordine pubblico dopo che a un sit-in di protesta sotto casa Bramini erano intervenute oltre 300 persone, fra cui tre senatori, un deputato, un consigliere regionale, un consigliere provinciale, un sindaco e mezza Giunta.

Bene, la parola data è stata rimangiata. Con ordinanza urgente il giudice fallimentare (già ricusato due volte da Bramini e moglie) ha ridotto i 45 giorni. E si è tornati ai 30 giorni di tempo a suo tempo offerti (e rifiutati): vale a dire, Sergio Bramini sarà sloggiato il 18 maggio alle 14 anziché l’1 giugno come inizialmente stabilito. La motivazione, sottolinea Bramini, "ha del surreale". Recita l’ordinanza: "...deve poi osservarsi che l'1/6 è il giorno precedente la celebrazione della Festa della Repubblica; difficilmente la Polizia di Stato potrà garantire adeguata assistenza alle operazioni di liberazione, considerato l’impegno di forze da garantirsi per i servizi d’ordine e sicurezza pubblici che si renderanno necessari in tale occasione; lo sloggio dovrà quindi essere effettuato in altra data, nella quale di sicuro la Polizia di Stato non potrà eccepire in alcun modo la carenza di mezzi e risorse umane da impiegarsi nell’attività di assistenza al custode giudiziario". Una decisione che riduce ulteriormente i tempi necessari a Bramini per proseguire la sua battaglia in Tribunale.

Intanto alcuni dei politici che si sono spesi finora a favore di Bramini non sembrano avere alcuna intenzione di mollare. Gianmarco Corbetta, neo senatore del Movimento 5 Stelle, aveva sparigliato le carte per primo annunciando di avere intenzione di eleggere a proprio domicilio politico proprio la casa di Bramini, in modo da renderla così facendo di fatto inviolabile. Il giudice fallimentare aveva però fatto sapere di aver rigettato questa richiesta.

Cosa che non aveva scoraggiato però il deputato leghista Andrea Crippa dal tentare di fare la stessa cosa qualche giorno dopo. Ora il senatore Corbetta torna a farsi sentire: "È passata una settimana dal sit-in presso l’abitazione di Sergio Bramini. Come noto, avevo eletto il mio domicilio parlamentare presso la sua abitazione per renderla inviolabile ai sensi dell’articolo 68 della Costituzione, ma il Tribunale di Monza ha ritenuto di respingere la mia richiesta di inviolabilità del mio ufficio parlamentare, procedendo con lo sgombero (rinviato solo per motivi di ordine pubblico)". E dunque, si configura un conflitto di interessi fra poteri dello Stato? "Nei prossimi giorni - è la decisione di Corbetta - scriverò al Presidente del Senato, Alberti Casellati, per chiedere che investa del caso la Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari, affinché si esprima sull’inviolabilità del mio ufficio parlamentare di Monza e chieda al Tribunale di Monza, nelle more di questa giudizio, di sospendere i provvedimenti nei confronti di Bramini. 

Qualora poi la Giunta, non ancora costituita, dovesse darmi ragione, sarà la Corte Costituzionale a doversi esprimere in merito al conflitto di attribuzioni di competenze tra poteri dello Stato che si sarebbe venuto a creare". Intanto prosegue anche la campagna annunciata dall’imprenditore e difensore dei cosiddetti “ultimi e non garantiti”, Gian Luca Brambilla, organizzatore delle famose “Cene dei Brambilla”, che per questa sera conta al ristorante “I 5 Sensi” di Lissone di dare corpo alla sua ultima idea: raccogliere i fondi necessari a presentarsi alla prossima asta giudiziaria per vendere la casa di Bramini e provare ad acquistarla sottraendola a eventuali speculatori. Dovrebbero partecipare, oltre allo stesso Bramini, anche un commercialista, un notaio e un esperto di crowdfunding.