Quando il bianco incontra il nero. La convivenza delle differenze

La mostra "Nel puro nero" a Monza presenta installazioni e fotografie di due artiste europee che esplorano il tema della convivenza delle differenze. Opere di Julia Bornefeld e Nerina Toci offrono uno sguardo sul rapporto tra bianco e nero, con approcci artistici diversi ma complementari. La mostra, curata da Davide Di Maggio, invita a riflettere sull'arte come strumento di esplorazione universale e duratura.

Quando il bianco incontra il nero. La convivenza delle differenze

Il curatore della mostra Davide Di Maggio con le artiste Nerina Toci Julia Bornefeld e il gallerista Maurizio Caldirola

Installazioni, sculture e fotografie per inadagare le possibilità di convivenza delle differenze radicali, incentrate sulla coppia opposta di bianco e nero. I lavori di due artiste europee per un’arte che si fa scavo universale. È quanto propone fino al 10 novembre la mostra “Nel puro nero“ alla galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea di via Volta a Monza, curata da Davide Di Maggio. In esposizione ci sono le opere dell’artista tedesca Julia Bornefeld, attualmente in mostra anche alla Biennale di Venezia e dell’albanese Nerina Toci: si tratta di installazioni scultoree e fotografiche realizzate da due autrici di generazioni diverse che, pur con metodi di lavoro differenti, affrontano entrambe il tema comune del rapporto tra la coppia bianco e “puro nero“. Bornefeld reinterpreta lo spazio della galleria con un’opera come “Knots“, creata con corde di gomma e nylon neri che cadono sospesi, e che richiama l’utilizzo in molte religioni del mondo del nodo come catena di preghiera e simbolo di continuità. Toci ha invece realizzato una grande installazione di 8 metri dal titolo “Dritë“, un ritratto fotografico sulla parete centrale della galleria, che si decompone in tanti frammenti sul muro, come in un’esplosione primordiale che genera nuove esistenze, differenze chiamate a coesistere in uno spazio comune.

"Il lavoro delle due artiste – spiegano dalla galleria – sposta l’attenzione sulla funzione reale, piuttosto che estetica, dell’arte. Non più un’arte solo esistenziale, autoreferenziale o che rappresenti la realtà, ma un’arte che duri nel tempo, navigando incolume nei mari in tempesta dei cambiamenti delle società, delle epoche e del pensiero".

F.L.