Operazione nostalgia, a Monza torna Burghy

Tre vetrine tappezzate con lo storico marchio dei fast food milanesi degli anni '80 dove aprirà la catena Burgez

Le vetrine di corso Milano tappezzate col marchio Burgy

Le vetrine di corso Milano tappezzate col marchio Burgy

Monza, 21 gennaio 2021 – Burghy sta tornando. Tre vetrine tappezzate con l'iconica scritta rosso-gialla lungo corso Milano a Monza, alle porte del 'salotto' della città. E la romantica e nostalgica promessa di riportare il tempo agli Anni Ottanta. Tra hamburger e Moncler. Galli e sfitinzie. Quando la company si ritrovava al muretto. Gli anni dei paninari.

Della generazione che usciva dagli Anni di piombo e che voleva abbandonarsi alla leggerezza. Drive In in televisione, l'ascesa degli Yuppies nella 'Milano da bere'. E così nel 1981 in piazza San Babila s'affaccia un pezzo d'America: hambuger, patatine, Coke e milkshake come un fermo immagine alla Happy Days.

In un niente diventa il centro di gravità permanente dei giovani della Milano bene, poco o niente interessati dalla politica e più avvezzi a seguire la moda. Una rivoluzione. Non soltanto nella ristorazione, ma anche sociale e culturale. Eppure le mode passano se non vengono rinfrescate. Tanto che il gruppo Sme iniziò a fare quattro conti per arrivare poi nel 1985 a mettere sul mercato il fast food made in Italy. Si fa avanti il Gruppo Cremonini, che assapora il business e chiude l'affare.

La scalata al successo c'è. A metà anni Novanta aprono pure i primi drive-in, ma poi il gruppo cede al corteggiamento di McDonald's che ancora in Italia non era riuscita a sfondare. Il passaggio è inevitabile. Anno 1996. Progressivamente le insegne Burghy si spengono. Arriva la 'M'. L'ultimo 'fortino paninaro' a resistere fino al 2006 è stato il Burghy di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna.

E adesso? Cosa è rimasto di quegli anni Ottanta? La moda è tornata. E adesso, anche se ormai solo come operazione di marketing e nostalgia, pure Burghy. Ci ha pensato l'imprenditore Simone Ciaruffoli, fondatore e ad della catena Burgez: “Già avevamo partecipato a tavoli tematici di Expo 2015 con un progetto denominato Hamburghy – racconta -. Poi è nata Burgez, ma quando ho trovato la location a Monza, a fianco di McDonlad's che nel 1996 rilevò il fast food italiano, ho subito pensato che fosse una cosa simpatica omaggiare e ricordare Burghy”.

Strategia commerciale, quindi. Visto che alla fine il locale avrà insegna Burgez (visto che il marchio Burghy è stato rilevato dal colosso americano). “Il mio è solo un atto d'amore. E gli atti d'amore non vanno mai censurati”. Quanto basta per innescare un vintage passaparola sui social, tra chi ancora un pezzo di cuore (e armadio) negli anni '80. In giornata però i manifesti affissi sulle tre vetrine sono stati parzialmente rimossi.