"Non riuscivo a mangiare né parlare", nei guai i dentisti in franchising

"Non riuscivo a mangiare né parlare", nei guai i dentisti in franchising

"Non riuscivo a mangiare né parlare", nei guai i dentisti in franchising

Si era rivolta a un centro odontoiatrico per tornare a sorridere e invece si è ritrovata con dolori, problemi a masticare e persino a parlare, che la stavano portando verso la depressione. Presunta vittima una 51enne di Desio, che ora si è costituita parte civile al processo al Tribunale di Monza che vede due dentisti imputati di lesioni colpose gravi. I fatti contestati risalgono tra il 2017 e il 2018, quando la donna si era rivolta per problemi di piorrea ad un centro appartenente ad una catena di franchising presente in varie parti di Italia con una società che aveva aperto una sede anche a Biassono, quando quella di Cassano d’Adda era stata temporaneamente chiusa dalla Asl. La società poi aveva continuato ad avere difficoltà nella gestione fino al fallimento. Nel frattempo la 51enne però si era già rivolta ad un altro odontoiatra, che ieri è stato sentito come testimone.

"La paziente aveva avuto come precedenti prestazioni 4 impianti all’arcata superiore e altrettanti a quella inferiore con 2 protesi provvisorie che non erano adeguate per mancanza di stabilità ed errata distanza con la mandibola – ha raccontato il dentista –. Anche gli impianti non erano eseguiti a dovere, tanto che alcuni poi li ha persi e per sostituirli ho dovuto usarne altri compatibili perché quelli originali erano di una marca sconosciuta". L’odontoiatra ha ricordato che la donna "non aveva una masticazione corretta e aveva problemi anche a parlare, ma anche a livello estetico aveva subìto psicologicamente un danno importante. Inoltre la paziente aveva ottenuto un finanziamento già versato per pagare l’intervento precedente e ha dovuto subire altre spese e altre ancora ne avrà per il futuro. Ma almeno è tornata a sorridere". Alla sbarra si trovano due professionisti, un 63enne milanese e un 40enne di origini sudanesi residente a Gorgonzola, che negano le accuse a loro contestate. Si torna in aula il 29 marzo.

S.T.