Moglie malata e marito senza sintomi: a lui fanno il tampone, a lei no

La singolare situazione di due coniugi

Nelle ultime settimane è aumentato il numero di tamponi effettuati

Nelle ultime settimane è aumentato il numero di tamponi effettuati

Monza, 29 maggio 2020 - Lei è malata da gennaio. Lui sta bene. A lei non hanno fatto il tampone (o meglio lo hanno fatto solo ieri dopo mille insistenze). A lui invece è stato fatto. E non uno. Ma due. Entrambi positivi.

È la singolare vicenda che ha coinvolto Simone Bertuzzi, 43 anni, e sua moglie Miriam Rinaldi. Una storia emblematica della confusione che ha regnato e regna nella gestione dei tamponi. In particolar modo in Lombardia, ma non solo. «Mia moglie - spiega Simone - ha cominciato ad avere problemi di salute a gennaio. Tosse, febbre, difficoltà a respirare. In quei giorni le hanno diagnosticato una bronchiectasia (malattia che comporta la dilatazione dei bronchi ndr) ed è stata curata con un mix di medicinali e antibiotici". Ma a quell’epoca, almeno in Italia, non si parlava ancora di Covid che sembrava una cosa lontana, relegata alla Cina.

Poi a fine febbraio scoppia il caso Codogno. "Miriam che aveva cominciato a stare meglio, verso metà marzo peggiora nuovamente. Ci preoccupiamo. E alla fine, dopo tempo, il 23 aprile chiamiamo il nostro pneumologo che nel frattempo si era ammalato di Covid". I sintomi sono quelli. Tosse, febbre e difficoltà respiratorie. "Contattiamo il nostro medico che fa segnalazione ad Ats. Ci mettono in isolamento". Incomincia la sorveglianza attiva. Ma di tamponi non se ne parla. Intanto Miriam fortunatamente migliora, ma non è completamente guarita.

"A inizio maggio l’Ats mi contatta e mi chiede se intendo fare il test sierologico (quello che rileva la presenza di anticorpi e dice se sei entrato in contatto con il virus ndr) a “fini statistici“. L’8 faccio l’esame. Risultato: positivo. Quindi devo fare il tampone. L’11 maggio lo effettuo. Positivo anche questo". Dunque riscatta l’isolamento.

"Ritengo occorresse fare prima il tampone a mia moglie. Ci sono stati giorni, dopo i primi 14 di quarantena a marzo, dove sia io che lei avremmo potuto andare tranquillamente in giro. In particolare io sono stato asintomatico per tutto il periodo e solo negli ultimi giorni ho avuto un po’ di tosse", spiega Bertuzzi che proprio ieri ha ricevuto l’esito del secondo tampone di controllo. "Sono ancora positivo, ma almeno ora abbiamo ottenuto, dopo mille insistenze e la comparsa di febbre per Miriam, il tampone anche per lei". Ieri ha fatto l’esame. "Siamo in attesa dell’esito".

Da Ats Brianza spiegano che il tampone alla donna non era stato fatto sino ad ora perché "le direttive ministeriali non prevedevano allora l’effettuazione di tamponi per situazioni come quello della signora, bensì l’applicazione dell’isolamento domiciliare e della sorveglianza, come avvenuto". Poi invece "a seguito di direttive regionali del 29 aprile e del 7 maggio sono iniziati i test sierologici (per sintomatici senza tampone, come Miriam, e contatti stretti di positivo) e i tamponi su richiesta del medico di base o disposizione di Ast". Certo , e pur consapevoli dello tsunami che ha travolto la sanità lombarda, una maggiore linearità (non solo in questo caso) nella gestione dei tamponi avrebbe fatto “bene“ a tutti.