Minacce agli amici in stile Gomorra: "Se parlate, appena fuori vi spariamo"

Le intimidazioni alla compagnia che aveva assistito al brutale pestaggio

Minacce agli amici in stile Gomorra: "Se parlate, appena fuori vi spariamo"

Minacce agli amici in stile Gomorra: "Se parlate, appena fuori vi spariamo"

"Tu non hai visto nulla e non conosci gli aggressori perché erano incappucciati. Se finiamo in carcere per colpa tua o di qualcun altro che racconta la verità, una volta fuori vi spariamo". I due fratelli finiti in carcere, uno maggiorenne e uno minorenne, avevano puntato su un clima di intimidazione e minacce stile Gomorra anche tra gli stessi loro amici, nel tentativo di impedire ai carabinieri di identificare gli aggressori del ragazzo pachistano. Preso a pugni, anche se a terra inerme, a calci anche in faccia, rompendogli la mandibola e infine colpito con il coccio di una bottiglia all’addome. Solo perché la notte di Capodanno, vistosamente ubriaco, passeggiava urlando al vento parole nella sua lingua insieme ad un amico connazionale, con cui era andato a comprare le sigarette, dietro a due minorenni della compagnia che si sono infastiditi dicendogli di andarsene. Al suo rifiuto, si è scatenato l’inferno e sono arrivati i rinforzi dalla compagnia ferma poco distante. Lo stesso amico della vittima, che è fuggito a gambe levate quando ha capito che si metteva male, sentito dai militari inizialmente si è dimostrato reticente, ammettendo poi di essere stato intimidito. E così anche i testimoni oculari del tentato omicidio. Uno di loro, minorenne, dopo essere stato sentito dai carabinieri, il 23 gennaio scorso aveva ricevuto la telefonata di un amico comune che lo invitava nella pizzeria ritrovo dei fratelli.

"Oh, vieni a mangiare una pizza... dai veloce... non me ne frega un c.... ti devi muovere, non fare il moccioso, devi venire, punto, muoviti", si era sentito intimare. Lui ci era andato accompagnato dai genitori, che erano rimasti in auto. E lo avevano minacciato di morte. Dalle testimonianze emerge che il fratello minorenne dopo l’aggressione volesse prendersi la colpa di essere l’autore del fendente, per evitare al fratello maggiore "ulteriori problemi" perché aveva già una denuncia da minorenne "per avere preso a martellate una persona". Risulta infatti che il ventenne, da minore, si è reso responsabile di lesioni aggravate, fatto per cui ha goduto del perdono giudiziale.

Stefania Totaro