Coronavirus, "Le scuole sono sicure, i rischi arrivano da fuori"

Il sistema che alterna lezioni in presenza e didattica a distanza è collaudato. Ma i presidi denunciano i due fronti caldi: trasporti e ritrovi extrascolastici

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di Cristina Bertolini

Situazione critica al centralino Ats di Monza e Brianza, sommerso di telefonate e richieste da parte di insegnanti e dirigenti scolastici.

"Le chiamate sono tantissime - spiega Paola Nobili, preside del liceo artistico Modigliani di Giussano e referente delle scuole della zona - il nostro obiettivo è salvaguardare la sicurezza. Funzionano mascherine, banchi distanziati, ingressi e orari separati, classi bolla che non hanno contatti con altri gruppi classe. Ma restano occasioni di contagio al di fuori, tra autobus, momenti di aggregazione e finora i ritrovi in società sportive, appena sospesi. A noi operatori di scuola parlare di chiusura fa male, ma dovendo salvaguardare la salute chiuderei le scuole superiori, frequentate dai ragazzi più grandi che possono rimanere soli a casa e seguire la didattica a distanza. Terrei aperte invece scuole dell’infanzia, primarie e medie, vero strumento di aiuto alle famiglie che lavorano. Tanto basterebbe per ridurre l’incidenza dei positivi Covid. I più piccoli vanno a scuola nel quartiere, perciò sono pochi quelli che si avvalgono di bus e sono più sorvegliati dai genitori. Se anche positività non significa per forza malattia e nella maggior parte dei casi si manifesta ora con sintomi da influenza, trascina con sè accertamenti, procedure burocratiche e quarantena a cascata su compagni, insegnanti e genitori, per almeno 30 persone".

"Da parte nostra abbiamo fatto tutto il possibile per garantire l’apertura in sicurezza - commenta Aldo Melzi, dirigente dell’istituto Mapelli di Monza - abbiamo approntato le strutture tecnologiche per la didatticac a distanza che già si usa per il 50% della classe. Al momento abbiamo 4 positivi in una classe, più uno di un’altra a seguito di una festa per un diciottesimo compleanno. I focolai sono legati alle feste un po’ in tutte le scuole. I trasporti e le abitudini personali fuori da scuola sono occasione di contagio. La scuola è un luogo sicuro dove vengono prese tutte le precauzioni". La Prefetta Patrizia Palmisani ha scritto agli studenti, richiamandoli a fare attenzione: "Anche al termine delle lezioni, per strada e in ogni altro luogo - dice - tenete i comportamenti responsabili e virtuosi appresi a scuola e in famiglia".

Intanto è l’istituto Mosè Bianchi la scuola con il più alto numero di contagi: 19 su 1.600 studenti è più dell’1%, con rischi per nonni e genitori. "Da questi giorni - spiega il dirigente Guido Garlati - le richieste di contatto alla Ats sono cresciute vertiginosamente. L’Azienda territoriale ha predisposto un modulo sul portale, per segnalare i casi sospetti della scuola. In questo momento abbiamo 5 o 6 mezze classi in quarantena". I casi sono disseminati tra le diverse classi, secondo le relazioni amicali fuori da scuola.