Fallito per colpa dello Stato: "Mi hanno usato, ma non mollo"

L'imprenditore Sergio Bramini su Di Maio, Salvini e l'ultima battaglia per salvare casa e legge

Sergio Bramini all'ultima asta

Sergio Bramini all'ultima asta

Monza, 7 gennaio 2019 - Sergio Bramini, imprenditore di 71 anni nel settore trattamento rifiuti, è fallito nonostante vantasse crediti per oltre 4 milioni di euro nei confronti di pubbliche amministrazioni. Per salvare la sua azienda, la Icom, e non lasciare sulla strada 32 dipendenti, aveva acceso due mutui, ma non è servito. I soldi che attendeva non gli sono mai arrivati. Da allora, ha cominciato una battaglia giudiziaria per salvare la sua villa. Inutilmente: dal maggio scorso è stato sloggiato con la forza assieme a moglie, tre figli e una nipotina. Luigi Di Maio e Matteo Salvini gli hanno fatto visita in quei giorni. E da luglio Bramini è diventato consulente del ministro Di Maio per mettere mano a una riforma della legge sui fallimenti. A distanza di sei mesi, però, questa riforma non ha ancora visto la luce. Intanto la sua villa, messa all’asta, è stata assegnata a un imprenditore cinese. Finché pochi giorni fa il Tribunale di Brescia ha riconosciuto per Bramini il sovra indebitamento: una procedura che comporta che tutte le azioni esecutive siano sospese e la sua casa non sia più oggetto di liquidazione giudiziale ma volontaria. Servirà? Intanto a giorni Bramini sarà sloggiato dai suoi uffici.

Sergio Bramini, come va?

"Finalmente ho ottenuto il sovra indebitamento... lo chiedevo da anni, mi è stato concesso solo quando mi sono rivolto al Tribunale di Brescia... A Monza per me non c’erano più speranze".

Salverà la sua casa?

"Ci spero, ma sarà molto dura... Mi aspetto che il Tribunale fallimentare di Monza escogiti per opporsi.... Ormai mi considerano solo un piantagrane".

La sua villa intanto è stata assegnata un cinese.

"Ho presentato ricorso: quell’asta fu dichiarata deserta... Poi a sorpresa il pomeriggio successivo la delegata alla vendita ha aperto la busta che aveva presentato un imprenditore cinese. Una procedura irregolare...".

Il cinese (titolare di 9 supermercati) aveva detto che voleva ritirarsi indietro...

"E continua a dire che la mia casa non gli interessa più. Lo scopriremo solo alla fine dei 120 giorni che ha a disposizione per versare i 450mila euro promessi... anche se ora la soddisfazione è che non andranno più al curatore fallimentare di Monza, ma col riconoscimento della proceduta di sovra indebitamento, la cosiddetta legge salva-suicidi, a quello nominato dal Tribunale di Brescia".

Intanto le prenderanno gli uffici della sua Icom...

"Il 16 gennaio: hanno chiesto contro di me l’applicazione del famigerato articolo 560, il Decreto banche, arriveranno con forza pubblica e fabbro per sloggiare un ufficio in cui ormai ci sono solo il mio cane e i mobili".

Brutto fallire in Italia?

"La nostra legge fallimentare è orribile. Ci sono un mucchio di persone che guadagnano sulla pelle della gente fallita... notai, avvocati, commercialisti... fondi avvoltoio americani, russi e cinesi acquistano i debiti dalle banche e ci guadagnano sopra".

Non doveva arrivare una legge Bramini?

"La partita è appena iniziata".

Si è detto che finalmente veniva intaccato l’articolo 560, quello che consente di buttare fuori di casa anche malati terminali, minori, disabili.

"Ma solo per chi vanta crediti dallo Stato. Io chiedevo però che la norma riguardasse tutti: artigiani, imprenditori, famiglie... Ci sono attualmente sotto sfratto in Italia 132mila persone, di queste solo il 4% è costituito da imprenditori che avanzano crediti dallo Stato".

E il fondo garanzia che doveva aiutarli?

"Per ora sono state concesse solo briciole".

Una delusione?

"La montagna ha partorito un topolino...".

È arrabbiato?

"Che paese è quello in cui ti buttano fuori di casa anche se stai per morire? Ci sono quattro malati terminali che si sono rivolti a me. Chiedo almeno che si faccia una moratoria per i tre mesi invernali, non possono essere buttati fuori casa al gelo".

I politici l’hanno usata?

"Senza dubbio mi hanno usato in tanti, ma non avevo scelta, era a fin di bene, mi è toccato diventare un personaggio... Intanto però abbiamo intaccato la legge 119/2016 Renzi-Boschi, non era semplice. Ma dovremo andare avanti...”

Di Maio che fa?

"I nostri uffici distano appena 20 metri, ma non ci si riesce a incrociare mai, solo Sms... è sempre troppo occupato".

Anche Salvini venne a casa sua quando fu sloggiato?

"Non lo vedo più, però anche lui volle che mi prendessero come consulente del Governo...".

Lei un tempo era di Forza Italia..

"Ma Forza Italia non mi ha mai aiutato, solo la Gelmini si è fatta sentire ultimamente".

Dallo scorso luglio è consulente dal ministro Luigi Di Maio. Privilegi?

"Al mese prendo 1.900 euro. Non mi sembra una gran cifra... Sono a Roma tre volte a settimana, mi devo pagare tutte le spese, dal treno al taxi all’albergo. Alloggio in un bed and breakfast in Vaticano: spendo 50 euro a notte".

Ha ancora senso il suo ruolo o vorrebbe tornare indietro?

"Vorrei avere più potere, più capacità di incidere. A volte mi viene in mente il film Il Marchese del Grillo".

Si spieghi.

"Nel mio ufficio arrivano decine di richieste di aiuto. Il 50% vorrebbe un aiuto economico, gli altri chiedono una consulenza legale: io a fatica riesco a rispondere a una minima parte di loro. Mi piacerebbe poter fare qualcosa di più, essere ascoltato".

C’è chi propone per lei una candidatura alle Europee.

"La valuterei, anche se forse la politica non fa per me".

C’è chi, come il senatore Gianluigi Paragone, parla di poteri forti che impediscono la sua riforma.

"Non mi sento di negarlo...".

Mesi fa fu lanciato un crowdfunding, “Salvate Casa Bramini”?

"Ha raccolto 21.075 euro".

Non molti...

"Sono pur sempre qualcosa, si vanno ad aggiungere ai soldi messi a disposizione da Credito Italia".

Quanto servirebbe per ricomprarsi casa?

"Abbiamo offerto al curatore fallimentare 374mila euro... non ci ha neanche risposto".