Emergenza Coronavirus, arrivano gli aiuti ma i sindaci litigano

Grande confusione e super lavoro su come gestire i 400 milioni di euro erogati dal Governo per le amministrazioni locali

Ogni giorno decine di persona in coda davanti ai supermercati

Ogni giorno decine di persona in coda davanti ai supermercati

Agrate (Monza e Brianza), 31 marzo 2020 - Con i soldi sono arrivati anche tutti i dubbi. Tutto in modo direttamente proporzionale: tanti quattrini da parte del Governo (tecnicamente: con ordinanza della Protezione civile) per consentire aiuti alimentari alle persone in situazione di disagio economico. Allo stesso tempo, però, anche tante difficoltà da parte dei sindaci brianzoli, che stanno cercando di capire con quale criterio sono da utilizzare. Si tratta di quei famosi 400 milioni di euro destinati ai Comuni, di cui 320 milioni (l’80 per cento) in base al numero dei residenti e 80 milioni (il restante 20 per cento) secondo il criterio della differenza tra il reddito dei residenti e il reddito medio nazionale. Secondo quanto indicato nel provvedimento l’aiuto alimentare è da riservare in via prioritaria a coloro che non percepiscono alcunché. Insomma nessun aiuto per i pensionati, nulla per le persone seguite dai Servizi sociali, nulla per chi ha il reddito di cittadinanza, così come per chi usufruirà dei 600 euro previsti per gli autonomi o per chi potrà beneficiare della cassa integrazione.

I sindaci nella giornata di domenica e di lunedì hanno avuto continui momenti di confronto, soprattutto ponendo una domanda: tolte tutte quelle persone, a chi bisogna dare un aiuto? Il documento non dice nulla. Non dice neanche se il Comune deve provvedere all’acquisto di generi alimentari o se deve corrispondere soldi ai cittadini. Soluzione, quest’ultima, da escludere se si vuole evitare che qualcuno intaschi i soldi e li utilizzi per acquisti non necessari. Prende corpo l’idea del buono spesa: a chi, per quale importo, e da spendere dove, però, sono quesiti che al momento non hanno trovato risposta adeguata.

Quasi un milione di euro vanno nel Vimercatese per combattere la crisi da coronavirus, ma la misura spacca i comuni, divisi fra pro e contro. Cornate, alla quale spettano 57mila 200 euro, va all’attacco del tesoretto: "Soldi a pioggia che rischiamo di non poter spendere – dice l’assessore all’Urbanistica Fabio Quadri –. Mancano i regolamenti, da quel che si è capito finora dovremmo destinare 300 euro a chi ha perso reddito per colpa dell’epidemia, ma si tratta soprattutto di anziani. Cioè, pensionati e quindi non ne hanno bisogno. Credo che la manovra andasse calibrata sulla base di esigenze locali. Qui, il problema è il lavoro che non c’è. E quando l’emergenza sanitaria finirà, rischia di essere compromesso l’intero sistema economico. Era meglio investire sul dopo".

Chiede invece unità Monica Buzzini, sindaca di Caponago, per il suo centro da Roma sono in arrivo 27mila 456 euro. "Credo che le solite divisioni politiche dovrebbero venire meno sul serio in un momento come questo. I nuovi buoni spesa sono un’incombenza specialmente per i piccoli comuni come noi. Siamo al lavoro da ieri per capire come fare a destinare i soldi a chi ne ha bisogno, ma è nostro dovere farlo. Se qualcuno ritiene che non siano utili, può sempre lasciarli agli altri. Non credo che si possa pensare che Anci, l’associazione dei comuni, che ha richiesto il provvedimento, non faccia gli interessi dei territori".

Dello stesso avviso il collega di Agrate Simone Sironi, per il quale l’ammontare degli aiuti è di 83mila 693 euro . "La verità è che anche senza Covid nella ricchissima Brianza c’è chi non arriva a fine mese. In città, le famiglie alle quali venivano regolarmente consegnati generi alimentari diprima necessità erano una decina, ma da quando siamo alle prese con il virus sono raddoppiate. Abbiamo bisogno di tutti i fondi possibili, per adesso e per quando il bacillo-killer sarà sconfitto. Dovremo affrontare tali e tante difficoltà che non mi sentirei di sputare in faccia a chi ci tende la mano". A Cornate ci sono dubbi anche sulle elargizioni: "La quota doveva essere pro capite, - spiega Quadri - ma il Sud incassa il doppio del Nord. Aspettiamo un chiarimento".