Monza "sfratta" la sua Corale

Nessun teatro ospita l’associazione musicale in attività da 131 anni

La Corale Monzese al teatro Arcimboldi

La Corale Monzese al teatro Arcimboldi

Monza, 23 maggio 2019  Ha festeggiato lo scorso anno i 130 anni di storia, che ne fanno una delle associazioni culturali forse più antiche e longeve della città. Ha fatto concerti prestigiosi e di successo che l’hanno vista collaborare con alcuni de teatri più importanti d’Italia.

Ha messo in scena una serie impressionante di concerti e opere liriche che hanno suscitato plausi unanimi. Eppure, la Corale Monzese si trova ora ad affrontare una situazione paradossale. Nella sua città, non c’è un teatro che la ospiti per esibirsi. Tanto che è stata costretta di recente a migrare in altre località, più o meno grandi. L’ultimo clamoroso successo venerdì scorso, quando per la prima volta nella sua storia la Corale Monzese si è esibita al teatro Arcimboldi di Milano per il “Nabucco a tre colori”. Un evento benefico organizzato a favore dalla Onlus Mission Bambini a cui è andato il ricavato della serata.

Tutto esaurito, 150 coristi sul palco (Amici del Loggione del teatro alla Scala, Corale Monzese e Corale “Vittadini” di Pavia), 2.500 spettatori. Altre date negli ultimi mesi hanno visto la Corale in scena a Gallarate, Saronno, Garlasco. E a Monza? Il teatro Manzoni, il più grande della città, ha di fatto dato il suo benservito alla Corale.

Il motivo è presto spiegato da Piera De Luca, infaticabile presidentessa della Corale: "Si tratta di un problema di spazio. Per farci stare un’orchestra, al teatro Manzoni (la cui struttura è quella di un cinema, ndr) siamo sempre stati costretti a chiedere di levare temporaneamente per i nostri spettacoli le prime file".

Perché?

"Fra palco e poltrone ci sarà al massimo un metro: impossibile farci stare un’orchestra, per ridotta che sia... tanto più che per suonare occorre muoversi e spesso poter distendere le braccia".

E quindi?

"Smontando la prima fila di poltrone si recuperano una ventina di posti. Levare almeno due file era però normalmente la soluzione migliore anche se siamo riusciti a volte, quando erano previste orchestre di almeno 60 elementi, a farcene togliere addirittura tre".

Tutto a posto, dunque?

"Non più. Ci hanno fatto sapere dal teatro che questa soluzione non è più possibile. I seggiolini, a furia di essere smontati e rimontati, si rovinano. Cominciano a “ballare” creando disagi agli spettatori. Comprensibile, ci mancherebbe, ma questo significa che per noi non c’è più spazio".

Non esistono altre soluzioni?

"Una ci sarebbe, si potrebbero rinforzare i seggiolini con piastre di metallo, si tratta di un intervento abbastanza semplice e non troppo costoso ma...".

Per il momento però non se ne fa nulla...

"Con tanti problemi e un teatro completamente da ristrutturare, evidentemente non siamo una priorità. Il teatro Manzoni ha tanti di quei problemi... Dai camerini ai bagni a un’acustica molto deficitaria, come hanno spesso lamentato gli attori delle compagnie in scena a Monza".

Altri teatri?

"A Monza non ce ne sono. Il Binario 7 e il Villoresi sono troppo piccoli: per ripagare almeno le spese delle nostre produzioni non bastano poche centinaia di spettatori, occorrono strutture più grandi che possano accogliere un pubblico più numeroso".

E quindi?

"Staremo a vedere. Speriamo, perché non possiamo più mettere in scena nulla a Monza: ci sarebbe piaciuto allestire di nuovo La Traviata, una delle opere liriche di Verdi maggiormente amate dal pubblico, ma ci toccherà chiedere ospitalità a qualche altro teatro...".