Cleaf, stato di agitazione Venerdì braccia incrociate

La causa: il no dell’azienda all’istituzione di un premio di risultato "Al raggiungimento degli obiettivi andava ridistribuito collettivamente"

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di Fabio Luongo

Stato di agitazione, con la sospensione degli straordinari e delle flessibilità di orario, oltre a una giornata intera di astensione dal lavoro e a una mattinata di presidio sindacale davanti alla sede centrale dell’azienda. I dipendenti della Cleaf, impresa brianzola leader nella produzione di pannelli nobilitati e laminati per il comparto legno-arredo, si preparano a incrociare le braccia, con una protesta unitaria indetta da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Monza e Brianza. Oggetto del contendere, il no opposto dall’azienda alle richieste dei sindacati: le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori sollecitavano, tra le altre cose, l’istituzione di un premio di risultato che, spiegano Cgil, Cisl e Uil, "al raggiungimento di determinati obiettivi condivisi, possa ridistribuire collettivamente una parte delle risorse economiche generate". La mobilitazione è stata decisa dopo quattro assemblee sindacali svoltesi tra martedì e venerdì scorso, a cui hanno preso parte 120 lavoratori sui circa 270 che operano complessivamente nella ditta, distribuiti in 4 sedi tra Lissone, Macherio e Desio. Le iniziative di protesta comportano "l’immediata sospensione degli straordinari e di tutte le flessibilità di orario e cambio turno", chiariscono Fillea, Filca e Feneal. Inoltre è stata proclamata una giornata di sciopero per venerdì, con presidio davanti alla sede lissonese della Cleaf in via Bottego dalle 9 alle 12. "L’azienda va bene ed è leader nel proprio settore - raccontano da Cgil, Cisl e Uil -. Eppure, nonostante tutto, non ha accettato le richieste delle organizzazioni sindacali". "Già nel 2019 sindacati e Rsu avevano avanzato alcune richieste alla direzione aziendale per migliorare le condizioni contrattuali dei lavoratori - proseguono -. L’azienda è in una situazione espansiva e ha comunicato che il bilancio 2021 si dovrebbe chiudere con un ulteriore aumento del fatturato, ma a seguito del rincaro di materie prime ed energia elettrica la redditività aziendale dovrebbe essere in calo".

Secondo i sindacati, però, "l’utile dovebbe comunque essere cospicuo". Da qui la richiesta del premio di risultato. Proposta che è stata però bocciata. "Una replica negativa - sottolineano le 3 sigle sindacali - è stata data anche alla condivisione di quanto già viene unilateralmente garantito, come l’indennità di turno o mansione. L’indisponibilità a ogni ipotesi di trattativa ha causato la proclamazione dello stato di agitazione".