Cagnolina morta di fame condannato il padrone

L’aveva abbandonata nell’appartamento in affitto da cui se ne era andato 60enne accusato di uccisione di animali: un anno e mezzo, pena sospesa

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di Stefania Totaro

Condannato per avere lasciato morire di fame la propria cagnolina, abbandonata dentro l’appartamento in affitto da cui se ne era andato. Riconosciuto un risarcimento dei danni di 10mila euro all’Ente per la tutela dei cani che si è costituito parte civile al processo. Il giudice del Tribunale di Monza Letizia Brambilla ha inflitto 1 anno e mezzo di reclusione con la pena sospesa a un 60enne accusato di uccisione di animali, un reato punibile con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. I fatti risalgono alla tarda primavera del 2017, quando Nikita fu trovata morta all’interno della casa in cui viveva, a seguito di alcune segnalazioni sull’odore proveniente dall’appartamento.

All’epoca, il suo proprietario, una volta rintracciato dalle forze dell’ordine, si giustificò dicendo che era rimasto fuori casa più giorni del previsto per un impegno di lavoro. La Lega Nazionale Del Cane Animal Protection aveva denunciato il 60enne brianzolo e si era costituita parte civile nel procedimento a suo carico, in modo da seguire in prima persona l’evoluzione delle indagini e degli eventi. "Al processo è emerso che l’uomo aveva smesso di pagare l’affitto dell’appartamento e per questo l’aveva lasciato, abbandonando al suo interno la povera cagnolina – spiega l’avvocato Michele Pezone, responsabile Diritti Animali di LNDC Animal Protection – Non è stato possibile sapere con certezza quanto tempo Nikita sia rimasta da sola, ma secondo il veterinario dell’Ats sentito in udienza le sue condizioni erano quelle di un cane rimasto senza cibo e acqua per almeno 15 giorni. Come coordinatore dell’ufficio legale ne ho viste di vicende turpi, ma questa di Nikita è stata una di quelle più strazianti. La cagnolina era ormai uno scheletro ricoperto di larve quando è stata trovata".

L’imputato è risultato irreperibile al processo. "Questa vicenda è davvero raccapricciante e non ci possono essere scusanti né perdono per il comportamento spietato di quest’uomo – commenta Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection – È straziante pensare quanto abbia sofferto questa povera cagnolina, agonizzando giorno dopo giorno senza poter bere e mangiare fino a morire di fame e di sete. Se l’avesse abbandonata per strada, avrebbe comunque avuto una possibilità di sopravvivenza mentre così ha scelto deliberatamente di condannarla a morte nel modo più crudele possibile. Seppure a causa dei limiti della legge la pena non è certo adeguata alla gravità del fatto, sono comunque contenta di questa condanna ottenuta anche grazie all’impegno del nostro ufficio legale. Questa storia straziante ci ricorda quanto sia necessaria una riforma della legge per rendere le pene più severe verso coloro che maltrattano e uccidono animali".