C’è un’app per snellire i processi ma in Tribunale non la usa nessuno

Con l’innovativa “Basta un click” si potrebbero evitare assembramenti monitorando le udienze penali e civili

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di Stefania Totaro

Per evitare gli assembramenti a rischio Covid in Tribunale “basta un click”. Ma la innovativa app tutta monzese, che in molte sedi giudiziarie italiane vogliono copiare, diventata realtà grazie a un finanziamento della Cassa forense degli avvocati, resta inutilizzata dai giudici. L’applicazione, che serve a monitorare in tempo reale le udienze penali e civili in corso, è un’invenzione nata dalla sinergia tra avvocati e magistrati monzesi. L’idea è venuta al giudice civile monzese Claudio Miele, mentre l’intuizione su come metterla in pratica è venuta all’Ordine degli avvocati di Monza, che ha colto al volo la possibilità offerta da un bando di Cassa forense relativo alle misure per contrastare le difficoltà a causa del Coronavirus.

Tra le più evidenti a Monza è l’assenza di spazi adeguati per celebrare le udienze evitando ammassamenti. Soprattutto in occasione di udienze penali davanti ai giudici monocratici dove si rinviano i processi dopo le prime incombenze. Un protocollo di intesa tra Tribunale, Procura e avvocati ha stabilito di dilazionare gli orari tra un processo e l’altro (e di celebrarli con collegamento da remoto dove è possibile) ma il meccanismo ancora si inceppa. Mentre la app “Basta un click” pubblicizzata anche dal Tribunale, resta ferma al palo. La piattaforma ha invece proprio lo scopo di regolamentare gli accessi all’ufficio giudiziario e alle udienze. Tramite il sito internet “udienzemonza.it”, anche dal proprio dispositivo mobile, chiunque può verificare, per ogni giudice, sia civile che penale, l’udienza in corso, nonché la programmazione dell’udienza successiva, che non avrà inizio prima che siano decorsi 20 minuti dalla chiamata della precedente, così da consentire, a utenti e avvocati, di recarsi in Tribunale soltanto quando la loro udienza sta per essere chiamata, evitando inutili assembramenti e, se hanno più di un’udienza, possono tenerle controllate senza fare avanti e indietro. In programma anche l’installazione di monitor nel cortile e nei corridoi per monitorare le udienze senza ricorrere ai mezzi informatici, ma se l’applicazione resta inanimata è inutile spendere altri fondi oltre a quelli già messi a disposizione dalla Cassa degli avvocati, a cui andrebbero a questo punto restituiti.