Monza, eredità alla badante moldava: il pensionato era sano di mente

Nel testamento aveva lasciato 200mila euro alla donna e 50mila all'unico parente, un nipote che vive lontano

Anziano con la badante (foto di repertorio)

Anziano con la badante (foto di repertorio)

Monza, 23 marzo 2019 - Lascia alla badante moldava 200mila euro e l’unico erede la denuncia, ma la Procura chiede l’archiviazione. Pare proprio che questa volta non sia una storia di soprusi e raggiri quella che vede protagonista una donna di 43 anni, che per quasi un decennio, fino alla morte dell’anziano, si è presa cura di un monzese ultraottantenne.

Il pensionato prima di morire ha confidato alla badante di avere scritto un testamento in cui lascia in eredità a lei 200mila euro e altri 50mila euro al nipote di 56 anni, unico parente, che però vive lontano e pare avesse pochi rapporti personali con il nonnino. Dopo avere saputo del testamento, che un notaio ha ritenuto legittimo, il nipote ha presentato una denuncia contro la badante sostenendo che, secondo una perizia calligrafica da lui disposta, l’anziano parente non ha scritto di suo pugno le sue ultime volontà. La 43enne moldava si è però rivolta all’avvocato Francesco Mongiu ed è riuscita a ottenere dalla Procura di Monza una richiesta di archiviazione dall’accusa di falso. La consulenza calligrafica fatta eseguire dalla difesa conferma che quelle parole in corsivo a lettere giganti scritte su un foglio a quadretti e datate 7 luglio 2015 sono proprio del pensionato, deceduto nel 2017 all’età di 87 anni.

E anche la pm titolare delle indagini, la sostituta procuratrice monzese Franca Macchia, ha disposto una perizia calligrafica, che ha dato lo stesso esito positivo di quella della difesa e ha chiesto di archiviare il caso. Il nipote sostiene che la moldava non era la badante dell’anziano, ma era stata assunta, attraverso una commercialista, solo per fare le pulizie nell’abitazione del pensionato e che, dopo la sua morte, lui ha scoperto che a favore della 43enne erano stati staccati anche alcuni assegni in cui le matrici sono state lasciate in bianco. La badante sostiene invece che spesso l’anziano si lamentava che l’unico parente non si faceva quasi mai vivo con lui e di avere saputo dell’esistenza del testamento soltanto dopo che il pensionato, a causa di una caduta in casa, era stato ricoverato in ospedale. "Vai a vedere nel cassetto che c’è un foglio che ho scritto che riguarda anche te, tienilo da parte che ti servirà quando io non ci sarò più", le avrebbe detto l’ultraottantenne, poi ricoverato in una struttura di ricovero per anziani per volere del nipote fino alla sua morte.