Baby gang in azione a Desio, l'immagine choc del ragazzo infilato in un cestino

Picchiato, insultato e infilato in un cestino, intervengono i carabinieri

Il ragazzo è stato spinto dai coetanei in un cestino

Il ragazzo è stato spinto dai coetanei in un cestino

Desio, 4 agosto 2017 - Spinte, calci, insulti. Le scarpe tolte e lanciate. Le ginocchia sulla schiena, per bloccarlo a terra. Botte e prese in giro. Fino all’umiliazione di essere preso a forza e infilato dentro un cestino, come un rifiuto qualsiasi. tutto filmato con un telefonino, chissà poi per condividere quei minuti di follia su qualche social network. Baby gang in azione, domenica, in pieno giorno e in pieno centro, a Desio. Sei componenti, di appena 12 e 13 anni. Una vittima. Tre bulli, uno dei quali addetto alle riprese con lo smartphone. Una ragazza, in certi momenti lei stessa presa di mira. E un altro componente della banda, osservatore passivo. Tutto comincia intorno alle 13.45 quando il gruppo di ragazzini, tutti alunni delle scuole medie, si ritrova sotto i portici di via Garibaldi.

Luogo diventato ritrovo pomeridiano e notturno di vere e proprie bande di vandali e fracassoni. Uno accende la cassa portatile e parte la musica, pompata ad alto volume. Che dà la carica ai bulli per iniziare il loro «show». Prendono di mira uno del gruppo. Le urla per caricarsi ulteriormente, incuranti dei pedoni e degli automobilisti in transito, anche se non molti visto l’orario e la giornata calda. In due, in tre, lo accerchiano e lo spingono per terra. Lo bloccano, con le ginocchia. Per un attimo, lo calpestano. Il malcapitato urla e chiede di smetterla. I tre si battono il «cinque», glorificano la loro presunta impresa di accanirsi contro uno solo. Lo fanno di nuovo sdraiare e lo obbligano a stare fermo. Gli tolgono la scarpa e giocano a fare canestro nel cestino. Poi, sollevano la vittima e la trasportano per alcuni metri, fino allo stesso cestino: la infilano dentro. Uno si stacca e fa la foto, forse il video, mentre gli altri due si mettono in posa con il loro «trofeo» infilato tra l’immondizia. Alcuni passanti osservano e tirano dritto, senza aprire bocca. Quando l’adolescente preso di mira prova a scappare, lo inseguono, in mezzo alla strada, lo strattonano e lo riportano sotto i portici. Le violenze, fisiche e psicologiche, a ritmo di musica alta, tra bestemmie e imprecazioni, vanno avanti per almeno 15 minuti. Fino a quando un testimone chiama i carabinieri: la pattuglia arriva e ferma tutti i ragazzini, che vengono identificati.

«Ma noi siamo amici - provano a difendersi - siamo una compagnia». L’episodio riaccende il tema del bullismo, quanto mai attuale, che con la prossima riapertura delle scuole tornerà a far parlare di sé anche tra i banchi. Nonostante le mille iniziative di informazione e sensibilizzazione messe in atto, sono troppi gli adolescenti che continuano a rendersi protagonisti di vessazioni di ogni tipo nei confronti di coetanei più deboli. Spesso mettendo le proprie azioni «nero su bianco» su uno smartphone.