Sri Lanka in bancarotta, il presidente fugge e i manifestanti nuotano nella sua piscina

Il Paese vive una crisi economica senza precedenti e sta chiedendo assistenza alimentare ai Paesi vicini. Ma ormai manca tutto, dal cibo, ai farmaci, ai carburanti

Colombo (Sri Lanka) - Il presidente dello Sri Lanka, Gotabaya Rajapaksa, è fuggito dalla capitale Colombo e i manifestanti che hanno fatto irruzione nella sua residenza hanno approfittato della sua piscina. Le immagini, rilanciate dalla Bbc, mostrano decine di persone accalcate lanciarsi in acqua e fare i tuffi. Il Paese da mesi è devastato da una gravissima crisi economica che l’ha portato in bancarotta: da qui, le dure proteste popolari che hanno costretto Rajapaksa alla fuga.   Nelle immagini di France Presse si vede l’ingresso di migliaia di manifestanti con bandiere, telefonini e pugni alzati a palazzo presidenziale. Secondo le fonti del Ministero della Difesa cingalese, Rajapaksa rimane in carica e viene protetto dall’esercito in un luogo sicuro. Ma l’isola soffre da mesi di una penuria di beni di prima necessità senza precedenti e l’economia è in preda ad un’inflazione galoppante.   La crisi economica morde lo Sri Lanka e la disperazione dilaga al punto che il Governo sta chiedendo assistenza alimentare ai Paesi vicini, in particolare all’Associazione per la Cooperazione Regionale dell’Asia Meridionale. Un’iniziativa che evidenzia come lo Sri Lanka stia scivolando da un Paese a reddito medio-alto, il piu’ prospero tra i suoi vicini, a uno dipendente da donazioni e prestiti d’emergenza per cibo, medicine e carburante

Si tratta per questa perla dell’Oceano Indiano della sua peggiore crisi economica dall’indipendenza del 1948, colpita da una combinazione di fattori tra cui l’impatto della pandemia di Covid-19 sull’economia dipendente dal turismo, l’aumento del prezzo del petrolio e i tagli al bilancio pubblico. L’inflazione ha raggiunto il 54,6% e dovrebbe arrivare al 60% entro la fine dell’anno. Per il 2022, e’ prevista una contrazione del Pil tra il 4% e il 5% anche se il governo punta a una contrazione piu’ contenuta, pari all’1%, della crescita per l’anno prossimo. 

Nel I trimestre, invece, il Pil e’ diminuito dell’1,6%, contro la crescita del 4,3% registrata nel I trimestre del 2021. Sempre nel 2021, l’incremento annuale e’ stato del 3,5%. Cifre ormai lontane per un Paese in cui la disperazione tra i suoi 22 milioni di abitanti e’ tale che la gente e’ costretta a racimolare legna per cucinare.

La mancanza cronica di valuta estera ha portato a un’inflazione dilagante e alla carenza di importazioni, tra cui carburante, medicine e altri beni di prima necessita’. Il Paese e’ andato in default su un debito internazionale di oltre 50 miliardi di dollari, ed entro agosto deve presentare un piano di ristrutturazione all’Fmi. Nelle ultime settimane, e’ stato investito da gravi carenze di beni essenziali, una situazione che e’ peggiorata con l’esaurimento delle riserve estere. 

Negli ultimi mesi la carenza di carburante ha portato a lunghi blackout con la chiusura delle centrali elettriche, mentre gli ospedali stanno rimandando le cure a causa della mancanza di medicinali. A peggiorare la situazione anche il fatto che i raccolti sono diminuiti drasticamente dopo che il presidente Gotabaya Rajapaksa ha vietato bruscamente i fertilizzanti chimici lo scorso anno.