Ucraina, tutte le sanzioni Ue contro la Russia dal 2014 a oggi. Cosa succede ora

Le misure decise con l'attacco a Kiev sono le ultime di una lunga serie iniziata con l'annessione della Crimea e l'appoggio ai separatisti del Donbass

Le sanzioni alla Russia stanno funzionando?

Le sanzioni alla Russia stanno funzionando?

Nemmeno la Pasqua ferma la guerra in Ucraina. Nel 53esimo giorno dall'inizio dell'offensiva di Putin, i russi sono pronti allo sbarco a Mariupol, dove gli ultimi strenui difensori resistono accerchiati e barricati dentro un'acciaieria, ultimo bastione della resistenza. La situazione nella città è "disumana", ha detto il presidente Volodymyr Zelensky tornando a chiedere armi pesanti all'Occidente, che sul fronte delle sanzioni continua a stringere la morsa su Mosca. Ma i pacchetti di sanzioni decise dall'Ue da quando, la mattina del 24 febbraio 2022, la Russia ha invaso l'Ucraina, sono solo gli ultimi di una lunga serie di misure varate dal 2014 ad oggi, da quando cioè Vladimir Putin ha cominciato ad intervenire militarmente nell'ex repubblica dell'Urss, invadendo la Crimea e appoggiando le entità separatiste del Donbass. Il totale dei soggetti sanzionati è salito ormai da 21 persone nel 2014 a ben 1.093 individui e a 80 società o enti oggi. Ma da più parti si fa notare che le sanzioni danneggerebbero più l'economia europea, e quella italiana in particolare, che non il regime di Mosca. Lo zar infatti, negli ultimo 8 anni, ha preparato l'economia russa alle contromisure di Stati Uniti ed Europa Le sanzioni contro la Russia sono numerose e riguardano spesso anche la Bielorussia, che ha assistito Mosca nell'attacco contro Kiev: il regime di Aleksandr Lukashenko è oggetto di sanzioni Ue dal settembre 2020, dopo le violente repressioni delle manifestazioni contro la rielezione del dittatore, ottenuta grazie ad estesi brogli elettorali. Ecco le principali sanzioni adottate contro Mosca dal 2014 ad oggi.

Guerra in Ucraina: basteranno le sanzioni alla Russia per fermare Putin?

Nel 2014 prime sanzioni dopo l'annessione della Crimea

Le sanzioni sono iniziate nel 2014, dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia. Il 24 febbraio 2014 Putin manda gli 'omini verdi', militari senza insegne, a prendere possesso della penisola; il 16 marzo viene tenuto un referendum, non riconosciuto da gran parte del resto del mondo, e il 18 marzo la Crimea viene annessa alla Federazione Russa. L'Ue condanna l'annessione illegale e adotta misure individuali, semestrali (conosciute come regime integrità territoriale) che prevedono il congelamento dei beni, il blocco dei contratti e il divieto di ingresso nell'Ue per i 21 individui ritenuti responsabili dell'annessione della Crimea (il numero dei sanzionati è poi cresciuto negli anni successivi). Sempre nel 2014, sono state decise misure economiche settoriali, di durata annuale (rinnovabili e rinnovate fino al 23 giugno 2022): blocco del commercio e degli investimenti per i settori delle infrastrutture, dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell'energia, dell'oil & gas e del turismo, sempre riguardanti la Crimea. Nel luglio 2014 è stato anche introdotto un regime semestrale (conosciuto come regime destabilizzazione), rinnovato da allora, per le azioni di destabilizzazione dell'Ucraina condotte dalla Russia, che prevede limitazioni al rifinanziamento (acquisto e vendita di obbligazioni, prestiti) nei confronti di cinque banche statali (Sberbank, Gazprombank, Vtb Bank, Rosselkhozbank e Vnesheconombank), di tre società attive nel settore dell'energia (Rosneft, Transneft, Gazpromneft) e di tre nel settore della difesa (Oboronprom, United Aircraft Corporation, Uralvagonzavod).  Deciso anche un embargo sul materiale militare da/verso la Russia, nonché il divieto di esportazione di beni a duplice uso a tutti gli utilizzatori finali militari e a nove utilizzatori 'misti'. E' stato anche introdotto un regime di preventiva autorizzazione all'esportazione per materiali e tecnologie per il settore energetico, divieto di esportazione di materiali e tecnologie per l'esplorazione e l'estrazione di petrolio e gas in acque più profonde di 150 metri.

Gli avvelenamenti di Skripal e Navalny

Il 4 marzo del 2018 a Salisbury, in Inghilterra, l'ex ufficiale militare russo Sergej Skripal e la figlia Yulia vengono avvelenati con un agente nervino, il Novichok. Si scoprirà poi che a perpetrare l'attacco sono stati agenti del Gru, il servizio segreto militare russo. L'Ue reagisce nel gennaio 2019, disponendo il congelamento dei beni, il blocco dei contratti e il divieto di ingresso nella Ue per quattro funzionari russi in connessione con l'attacco di Salisbury. Ulteriori 6 individui e un'entità sono stati aggiunti all'elenco nell'ottobre 2020, in reazione al tentato avvelenamento di Aleksej Navalnyj, oppositore di Vladimir Putin poi arrestato al rientro in patria dalla Germania, dove era stato accolto e salvato.

I Cyberattacchi

La Russia ha anche condotto attacchi informatici contro obiettivi occidentali. L'Ue nel luglio 2020 ha pertanto disposto il congelamento dei beni, il blocco dei contratti e il divieto di ingresso nell'Unione per sei individui e un'entità della Federazione Russa, in connessione al tentativo di intromissione e violazione dell'Opac, l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, avvenuto nel 2017, e all'attacco cibernetico avvenuto contro il Bundestag, la Camera bassa del Parlamento tedesco, nel 2015.

L'arresto di Navalny

 L'Ue ha poi adottato, alla fine del 2020, un nuovo regime per la violazione dei diritti umani nel mondo. All'inizio del 2021, in questo quadro, l'Ue ha disposto il congelamento dei beni e il divieto di ingresso in Ue per 6 individui, in reazione all'arresto e alla condanna di Aleksej Navalnyj e alle gravi violazioni dei diritti umani commesse in Cecenia, e per ulteriori 3 cittadini e un'entità della Federazione Russa in relazione alle attività del gruppo paramilitare Wagner in vari Paesi.  Tutte queste misure erano già in vigore prima che la crisi ucraina - che durava da anni con una guerra 'a bassa intensità' nel Donbass - subisse una drammatica escalation, con l'invasione del territorio da parte dell'esercito russo.

Putin riconosce le repubbliche del Donbass

Subito dopo che Vladimir Putin ha annunciato il riconoscimento delle repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk, con cui la Russia ha stracciato gli accordi di Minsk, l'Ue, il 23 febbraio 2022, ha deciso una serie di misure: anzitutto economiche settoriali, che integrano il regime di destabilizzazione del luglio 2014: divieto di transazioni su nuovi titoli e strumenti finanziari con la Federazione Russa, il suo governo, la Banca Centrale Russa e le entità controllate.

Le misure contro il riconoscimento del Donbass

E' stato introdotto, sempre il 23 febbraio, un nuovo regime annuale riguardante gli Oblast, o province, di Donetsk e Luhansk, simili a quelle introdotte per la Crimea: blocco del commercio e degli investimenti per i settori delle infrastrutture, dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell'energia, dell'oil & gas e del turismo.  E' stato poi integrato il regime integrità territoriale: la lista delle persone designate è stata ampliata includendo 27 figure di spicco del governo russo tra cui il ministro della Difesa Sergej Shoigu, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale Dmitrij Medvedev, il primo ministro Michail Mishustin, il ministro dello sviluppo economico Maxim Reshetnikov; i vertici militari; alcuni oligarchi, inclusi i membri della famiglia di Evgenij Prigozhin, conosciuto come 'il cuoco di Putin' per gli affari nella ristorazione, i presidenti delle banche Vtb, Andrey Kostin, e Veb, Igor Shuvalov; 338 parlamentari della Duma che hanno votato per il riconoscimento delle due repubbliche; 3 banche (Vb, Psb, Rossiya Bank) e una società informatica attiva nella manipolazione delle informazioni online, per un totale di 555 individui e 52 entità

Putin attacca l'Ucraina

Due giorni dopo, il 25 febbraio 2022, all'indomani dell'attacco all'Ucraina, a Bruxelles vengono adottate altre sanzioni. Anzitutto alcune misure economiche settoriali, che allargano ulteriormente il regime destabilizzazione: nel settore finanziario, viene esteso il divieto di finanziamento anche ad Alfa Bank e Otkiritie Bank, oltre che a Rossiya Bank e Promsvyazbank, già sanzionate con il congelamento dei beni per il sostegno alle attività nel Donbass.  Misure analoghe sono approvate nei confronti di una serie di imprese a controllo pubblico (Almaz-Antey, Kamaz, Novorossiysk Commercial Sea Port, Rostec, Russian Railways, Jsc Po Sevmash, Sovcomflot, United Shipbuilding Corporation). Viene vietata la quotazione nelle Borse Ue alle società a controllo pubblico registrate in Russia; proibito anche concedere prestiti e crediti alle società sanzionate, comprese quelle già listate nelle tornate precedenti (fatti salvi i contratti già stipulati al momento dell'entrata in vigore del pacchetto).  Alle banche dell'Ue è proibito accettare depositi superiori a 100mila euro da persone fisiche o giuridiche con cittadinanza russa o residenti in Russia (con alcune eccezioni). Alle stesse persone si applica il divieto di accesso ai servizi di gestione di titoli azionari e per i valori mobiliari emessi dopo il 12 aprile 2022. 

Controlli all'export, sanzioni sull'aerospazio

Il 25 febbraio vengono introdotti anche dei controlli sulle esportazioni: estensione dell'embargo ai materiali a duplice uso anche per uso non militare e utenti finali non militari, con alcune deroghe. In ogni caso, il trasferimento è bloccato se c'è il sospetto che gli utilizzatori finali siano quelli compresi in un elenco, che passa da 9 a 64 e include servizi segreti, istituti di ricerca militare, società dei settori chimico, navale, della difesa e dell'aerospazio, comprese Rostec, Irkut e Russian Helicopters. Per quanto riguarda il commercio, scatta il divieto di utilizzare finanziamenti pubblici per investimenti e scambi commerciali con la Russia, con deroghe per contratti già stipulati, per progetti realizzati da pmi fino 10 mln di euro, per scambi di prodotti alimentari, per scopi agricoli, medici o umanitari. Nell'energia, punto delicatissimo perché diversi Paesi Ue sono a tutt'oggi pesantemente dipendenti dal petrolio e dal gas russi, viene introdotto il divieto di trasferimento di beni e tecnologie adatti alla raffinazione di greggio, nonché l'assistenza tecnica e finanziarie connessa (c'è una clausola transitoria fino al 27 maggio 2022 per i contratti già stipulati).  Nei settori aeronautico e spaziale scatta il divieto di fornire beni, tecnologie, servizi di assicurazione, di revisione e riparazione adatti all'uso, anche non originari dell'Unione, a qualsiasi persona fisica o giuridica, entità od organismo in Russia o per un uso in Russia. Il settore aeronautico e spaziale viene inoltre esplicitamente escluso da varie deroghe settoriali; prevista una deroga solo per la cooperazione intergovernativa nei programmi spaziali. Viene inoltre vietata la vendita di aerei, pezzi di ricambio ed equipaggiamenti, una misura che potrebbe compromettere seriamente il funzionamento dell'aviazione civile in Russia: secondo stime Ue, circa il 75% della flotta russa è costruita negli Usa, in Ue e in Canada. 

Colpiti Putin e Lavrov, stop ai voli

Scattano anche misure individuali, a integrazione del regime integrità territoriale: vengono inclusi nella lista il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Sergej Lavrov (limitatamente al congelamento dei beni e al blocco dei contratti), ulteriori 73 parlamentari della Duma, 6 membri del Consiglio di Sicurezza russo e 19 figure di spicco dell'Esercito e del Ministero della Difesa bielorussi che hanno facilitato le operazioni belliche contro l'Ucraina. Il totale dei soggetti listati passa così a 670 individui e 55 entità. Viene inoltre sospeso, in parte, l'accordo tra l' Ue e la Federazione Russa sulle facilitazioni al rilascio dei visti.

Il secondo round di sanzioni

Il 28 febbraio l'Ue approva un secondo pacchetto di misure, sempre per l'attacco all'Ucraina. E' composto anzitutto da sanzioni economiche settoriali: vietate le transazioni relative alla gestione delle riserve e degli asset della Banca Centrale Russa e di ogni altra entità che opera per suo conto o sotto la sua direzione. Viene introdotto il divieto di atterraggio, decollo e sorvolo sul territorio di tutta l'Unione Europea per gli aerei, inclusi i jet privati, gestiti da operatori russi o di proprietà di persone fisiche o giuridiche russe.  Adottate anche misure individuali, a integrazione del regime integrità territoriale, aggiungendo alla lista dei sanzionati, tra gli altri, l'ad di Rosneft, Igor Sechin, già responsabile del Kgb nel Mozambico e poi volto noto dell'alta finanza milanese; i portavoce del presidente Vladimir Putin e del ministro degli Esteri, Sergej Lavrov; giornalisti e registi che hanno partecipato alle attività di propaganda e disinformazione e, tra le entità, la principale compagnia di assicurazioni russa, Sogaz. Il totale dei soggetti listati è dunque passato a 696 individui e a 56 entità sanzionati al 28 febbraio 2022.

Al bando Russia Today e Sputnik, punita la Bielorussia

L'indomani, il primo marzo 2022, l'Ue ha adottato un altro pacchetto di sanzioni. Vengono decise misure di contrasto alla disinformazione: messa al bando delle trasmissioni di Russia Today e Sputnik, ritenuti il braccio della propaganda e della disinformazione del Cremlino, e delle loro sussidiarie negli Stati membri Ue.

Il pacchetto swift

Vengono escluse dal sistema di messaggistica finanziaria Swift sette banche russe (Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Bank Rossya, Sovcombank, Vnesheconombank, Vtb Bank). L'elenco non comprende Gazprombank e Veb, due grandi banche essenziali per la compravendita di idrocarburi. Viene vietata l'esportazione di banconote denominate in euro verso la Russia, salvo per uso personale e per le necessità delle missioni diplomatiche. Vietati i nuovi investimenti in progetti finanziati dal Russian Direct Investment Fund, con limitate deroghe per i contratti già firmati.

Le sanzioni alla Bielorussia

Il 2 marzo l'Ue ha adottato sanzioni contro la Bielorussia, in ragione dell'aiuto dato da Minsk alla Russia per invadere l'Ucraina. Sono, in particolare, misure economiche settoriali, che integrano le sanzioni già in vigore: fine delle deroghe temporanee sui contratti sti pulati prima dello scorso giugno nei settori del potassio, del tabacco, del petrolio e degli idrocarburi gassosi, dei prestiti, dei crediti e delle assicurazioni.

Bloccate le riserve della Banca Centrale

Vengono previste nuove restrizioni su commercio di oli minerali, cloruro di potassio, legno, cemento, ferro e acciaio, gomma, nonché alcuni tipi di macchinari, con limitate deroghe temporali (tre mesi) per i contratti in corso. Vengono allineate le restrizioni settoriali e sui materiali a duplice uso stabilite nei confronti della Russia. Adottate, oltre a quelle economiche, anche misure individuali: congelamento dei beni e divieto di ingresso in Ue per 22 figure di spicco delle forze armate bielorusse.

Il terzo pacchetto

Il 9 marzo, visto che l'attacco all'Ucraina non si è fermato, un'altra sventagliata di sanzioni è stata adottata dall' Ue, nei confronti sia della Russia che della Bielorussia: blocco delle transazioni relative alle riserve e agli asset della Banca Centrale Bielorussa, divieto di quotare in Borsa o di fornire servizi di Borsa in Ue per le società bielorusse con partecipazione statale superiore al 50%, divieto di fornire sostegno finanziario al commercio; divieto per le banche Ue di accettare depositi superiori a 100mila euro da soggetti bielorussi (con le stesse deroghe previste per la Russia); divieto di vendere titoli denominati in euro; divieto di esportare in Bielorussia banconote denominate in euro.  Viene introdotto l'obbligo per le banche Ue di notificare alle autorità nazionali e comunitarie entro il 27 maggio 2022 una lista dei depositi superiori a 100mila euro detenuti da soggetti bielorussi o da residenti in Bielorussia che abbiano ottenuto la cittadinanza Ue (inclusi i beneficiari di schemi di "golden passports" o "golden visas"). Vengono escluse da Swift tre banche bielorusse: Belagroprombank, Bank Dabrabyt, Development Bank of the Republic of Belarus.

Colpiti il Fondo sovrano e la navigazione

Vengono poi inasprite e integrate altre misure economiche settoriali nei confronti della Federazione Russa: blocco delle esportazioni di beni e tecnologie per la navigazione marittima (tra cui equipaggiamenti radio); inserimento delle attività cripto tra le 'transferable securities' di cui sono proibite le transazioni; divieto di fornire servizi finanziari al Russian Maritime Register of Shipping; revisioni delle disposizioni sui progetti delle pmi e sulle deroghe per i cittadini Ue (estese all'Area economica europea e alla Svizzera). Viene esplicitamente inserito il National Wealth Fund Russo tra gli enti a cui si applicano le misure previste per la Banca Centrale Russa, che controlla il Fondo. Adottate anche misure individuali, con la designazione di 160 individui (imprenditori e membri del Consiglio della Federazione che hanno votato in favore del riconoscimento delle repubbliche separatiste).

Il pacchetto Abramovich, colpito il lusso

Il pacchetto adottato il 15 marzo è particolarmente 'ricco'. Vengono adottate misure economiche settoriali: come già previsto per i settori dell'aviazione e dello spazio, anche il settore dell'energia (inclusi l'oil & gas, combustibili fossili, generazione di energia e produzione di elettricità, ed escluso il settore nucleare civile) verrà escluso dalle deroghe discrezionali già previste. Le sanzioni vengono però disegnate in modo da preservare il trasporto di combustibili fossili dalla Russia verso l'Ue, che resta dipendente da Mosca sul fronte energetico.

Vietato l'export dall'Ue di beni di lusso

Per i beni utilizzabili per l'esplorazione di giacimenti e l'estrazione di gas e petrolio si passa da un regime di autorizzazione preventiva all'esportazione a un divieto totale di scambi e di prestazione di servizi. Sono previste deroghe per il trasporto di petrolio e gas dalla Russia verso l'Unione, tra l'altro.  Scatta un divieto sulle future operazioni di acquisizione di partecipazioni, concessione di prestiti, crediti e finanziamenti, costituzione di joint venture e fornitura di servizi di investimento alle persone fisiche o giuridiche del settore dell'energia operanti in Russia, costituite in base al diritto russo o di uno Stato terzo. Viene stabilito un divieto di importazione, trasporto e assistenza tecnica e finanziaria in relazione ad alcuni prodotti del ferro e dell'acciaio, prodotti o esportati dalla Russia. Introdotto poi un divieto di esportazione dall' Ue verso la Russia (e non viceversa, quindi con queste misure Mosca non viene privata di valuta pregiata: incidono sul fatturato delle aziende Ue che esportano in Russia) di prodotti di lusso. Lo scopo dichiarato è colpire lo stile di vita degli oligarchi vicini a Putin. Non possono più essere esportati verso la Russia (se di valore unitario maggiore a 300 euro, salve eccezioni) cavalli, caviale, tartufi, vini e bevande alcoliche, sigari, profumi, valigie, abbigliamento, tessuti, calzature, tappeti, gioielli, gemme e metalli preziosi, banconote e monete fuori corso, argenteria, cristalli, elettrodomestici di valore superiore a 750 euro, elettronica di consumo di valore superiore a mille euro, veicoli di valore superiore a 50mila euro (escluse le ambulanze), motociclette di valore superiore a 5mila euro e relativi pezzi di ricambio, orologi, strumenti musicali di valore superiore a 1.500 euro, opere d'arte, articoli sportivi e da gioco

Basta rating a società russe

E' inoltre vietato effettuare qualsiasi transazione commerciale con le società partecipate in misura superiore al 50% dalla Russia, dal suo governo, dalla Banca Centrale: si tratta di imprese attive nei settori aerospazio (aerei ed elicotteri), difesa (autocarri, sistemi di difesa, missili), estrazione, produzione e trasporto di petrolio, cantieri navali, trasporto di idrocarburi, tra cui Rosneft, Gazprom Neft, Kamaz. Anche in questo caso, ci sono deroghe per le operazioni strettamente necessarie all'importazione verso l' Ue di combustibili fossili e di titanio, alluminio, rame, nickel, palladio e minerali ferrosi e per progetti nel settore dell'energia al di fuori della Russia in cui le imprese listate siano azionisti di minoranza. Vietato anche prestare servizi di affidabilità creditizia (credit rating) alle persone fisiche residenti in Russia e a quelle giuridiche registrate in Russia a partire da 30 giorni dopo la data dell'entrata in vigore delle misure, con eccezione per soggetti Ue. Tra le misure individuali, sono designate 15 nuove persone (alcuni oligarchi, tra cui Roman Abramovich, dirigenti d'azienda e giornalisti che hanno contribuito alla propaganda del governo russo) e 9 entità (imprese del settore dell'aviazione, della cantieristica navale, delle armi e di intermediazione per prodotti a duplice uso), per i quali è disposto il congelamento dei beni e dei contratti e il divieto di ingresso in Ue. Il totale dei soggetti listati dalla creazione del regime integrità territoriale passa quindi a 893 individui e a 65 entità sanzionati dal 2014 a oggi (salvo alcuni delisting di individui deceduti o entità dissolte nel frattempo). Separatamente, il Consiglio ha dato il via libera alla Commissione affinché aderisca, a nome dell'Ue, a una dichiarazione multilaterale sull'aggressione della Federazione Russa, con il sostegno della Bielorussia, nei confronti dell'Ucraina, che dovrebbe essere rilasciata nel contesto dell'Omc. Con questa iniziativa verrà disapplicata alla Russia la clausola della nazione più favorita, il che vuol dire, in parole povere, che l'Ue può aumentare a piacimento i dazi sull'import dalla Russia. L'Ue inoltre spinge per sospendere il processo di adesione della Bielorussia alla Wto. 

Il pacchetto per gli orrori di Bucha

Quando le forze armate russe si ritirano dai sobborghi di Kiev ed emergono le atrocità commesse a Bucha, l'Ue adotta un altro pacchetto di sanzioni, detto il quinto pacchetto anche se il conteggio è controverso, poiché alcuni pacchetti sono 'spalmati' nel tempo. Vengono inasprite alcune sanzioni precedenti, restringendo ad esempio le deroghe per i prodotti e le tecnologie a duplice uso. E' vietato l'accesso ai porti dell'Ue per qualsiasi nave registrata con bandiera russa. Viene allungata la lista dei beni di lusso che non possono essere esportati in Russia: perle, pietre preziose e altro. Rimpolpata anche la lista dei divieti di import dalla Russia: vengono inseriti crostacei, caviale, pneumatici, legno, lamiere di alluminio eccetera. Per la prima volta l'Ue si spinge a toccare l'energia: vietati l'acquisto, l'importazione e il trasferimento diretto e indiretto dalla Russia del carbone. C'è però un periodo di transizione che dura fino ad agosto 2022 per i contratti in essere. Proibita l'esportazione di beni "atti a contribuire al rafforzamento delle capacità industriali russe": tra questi, pietre per costruzione, tubature, sanitari, porte, finestre, gomme, plastiche, pneumatici, carta, cotoni, lane e molti altri. Vietato poi il trasporto di merci, anche in transito, nell'Ue da parte di imprese stabilite in Russia e Bielorussia. Sono previste deroghe per il trasporto di gas, per alcune merci e per il transito attraverso l'Ue tra l'enclave di Kaliningrad e la Russia. nserito il divieto di fornire assistenza tecnica e finanziaria relativamente alle attrezzature militari. I divieti concernenti le operazioni di negoziazione su valori mobiliari, strumenti del mercato monetario e depositi vengo estesi alle criptovalute e alle valute Ue diverse dall'euro. Soggetti russi o controllati da russi non possono poi partecipare ad appalti pubblici e concessioni, divieto che vale in tutta l'Ue e che prevede alcune deroghe. E' vietato anche fornire finanziamenti, assistenza finanziaria o qualsiasi altro beneficio a qualsiasi società o ente con sede in Russia e a controllo pubblico. Proibito anche registrare trust o istituti giuridici simili a beneficio di cittadini o entità russe.

Le figlie di Putin tra i nuovi sanzionati

La lista degli individui e delle entità sanzionate viene allungata con altre 216 persone fisiche e 18 persone giuridiche. Tra i nuovi sanzionati figurano le due figlie di Vladimir Putin, Maria Vladimirovna Vorontsova e Ekaterina Vladimirovna Tikhonova e alcuni oligarchi, come Boris e Igor Rotenberg e Oleg Deripaska. Le quattro banche già staccate da Swift (Oktritie, Novikombank, Sovcombank e Vtb Bank) subiscono il congelamento di beni e contratti: il provvedimento blocca completamente l'operatività delle banche nell' Ue. In tutto, considerati anche alcuni delisting di individui nel frattempo deceduti ed entità o società dissolte, la lista comprende oggi 1.093 persone e 80 entità.