Putin pronto a usare l'atomica per difendere le zone occupate in Ucraina

Con il referendum che annetterebbe 4 province, ogni attacco sarebbe invasione della Russia con risposta nucleare Mobilitati 300mila riservisti

Mosca - “Per difendere il Paese useremo tutti i mezzi a disposizione“. Il cuore del discorso alla nazione di Vladimir Putin, registrato ieri al Cremlino ma diffuso solo alle 8 di questa mattina al mondo, è tutto qui. L'integrità territoriale, che si espande, da difendere a ogni costo e con ogni arma, contro il nemico ormai acclarato, l'Occidente. In due parole, dopo il referendum che dovrebbe confermare come parte della Federazione russa le zone occupate in Ucraina, ogni attacco verrebbe dunque considerato come invasione del territorio russo. E scatterebbe dunque il protocollo che gli consentirebbe l’uso dell’arma atomica. Il riferimento è esplicito: "Ricordiamo che ne disponiamo anche noi. E anche più moderne rispetto a quelle in dotazione alla Nato".

Una pericolosa minaccia non a caso tirata fuori proprio nel momento più difficile della guerra, per Mosca. Ecco dunque l'idea della Grande Russia, con l'annessione delle aree attaccate. Putin, che ha firmato il decreto per il richiamo dei riservisti annuncia quindi  una nuova mobilitazione di forze, con richiamo di ulteriori 300mila militari (anche proprio dalle nuove province russe)  per completare l’operazione militare speciale lanciata la notte dl 24 febbraio. Putin ha poi specificato che «solo i cittadini che sono attualmente nella riserva saranno chiamati alle armi, e verranno sottoposti a un addestramento militare aggiuntivo, tenendo conto dell'esperienza fin qui avuta sul campo». Saranno richiamati «soprattutto i cittadini che hanno prestato servizio nelle Forze armate, con determinate specialità militari e relativa esperienza». 

Per Putin, «lo scopo dell’Occidente è indebolire, dividere e distruggere la Russia: dicono direttamente che il 1991 potrebbe dividere l’Urss, e ora è l’ora della Federazione Russa». «L’Occidente sta cercando di sopprimere i centri di sviluppo sovrani e indipendenti per distruggere il nostro paese». «Gli obiettivi principali dell’operazione speciale rimangono invariati», ha affermato Putin secondo il quale «la repubblica popolare di Lugansk è stata completamente liberata, mentre quella di Donetsk lo è stata parzialmente». 

Per Putin "l'obiettivo dell'Occidente, che non vuole la pace in Ucraina, è l'indebolimento e la distruzione della Russia" come già avvenuto con l'Unione Sovietica. La guerra (mai citata come tal) è una operazione  "necessaria per combattere i nazisti e liberare il Donbass, oggi quasi completamente liberato". Putin ha poi ribadito il "sostegno ai popoli" delle quattro regioni che dovrebbero tenere un referendum per l'annessione a Mosca: "La Russia farà di tutto per garantire lo svolgimento dei referendum". 

Il presidente russo ha quindi lanciato un minaccioso richiamo: "L'Occidente ha superato tutti i limiti dell'aggressione alla Russia. Sono loro a ricattarci sull'uso delle armi atomiche. Ma all'Occidente dico: abbiamo tantissime armi con cui rispondere. E useremo ogni strumento per difendere il nostro popolo". Putin ha infine ricordato all'Occidente che il "bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, incoraggiato dall'Occidente, minaccia una catastrofe nucleare". 

Nel giorno in cui Mosca, attraverso le parole del suo leader, decide la mobilitazione dei riservisti, per la prima volta, nei sette mesi di guerra, il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, ha parlato delle perdite dell'esercito. Dall'inizio dell'operazione speciale, ha riferito il capo della Difesa, sono morti 5.937 soldati russi, mentre i morti da parte ucraina sarebbero circa 61 mila. Le cifre  contrastano con i dati - anche questi non verificabili - forniti da Kiev che parla di circa 55 mila soldati di Mosca uccisi dal 24 febbraio.

Sul fronte economico intanto alle parole di Putin è seguito un nuovo crollo della Borsa di Mosca dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato la mobilitazione parziale del Paese e ha promesso che userà tutti i mezzi per difendere il Paese. L'indice Moex, che ieri aveva perso l'8,8%, oggi è sprofondato fino a un massimo del 9,6% in avvio di contrattazione per poi recuperare un pò di terreno e limitare le perdite al 5,4%. Un segnale preciso che porta verso un'interpretazione di debolezza.

Da registrare anche la reazione di Papa Francesco, che ha condannato ancora una volta la "pazzia" della guerra che porta alcuni a "pensare alle armi nucleari". Durante l'Udienza Generale dedicata al suo recente viaggio in Kazakistan, il Pontefice ha sottolineato come il Paese asiatico abbia fatto "scelte molto positive", come quella di dire "no" alle armi nucleari e "quella di buone politiche energetiche e ambientali". "Questo e' stato coraggioso - ha aggiunto a braccio -.Questa tragica guerra porta a che alcuni pensino alle armi nucleari, una pazzia!".