Guerra Ucraina, a Kherson 600 prigionieri nelle camere delle torture dell'esercito russo

Giornalisti e attivisti, secondo Tamila Tacheva, rappresentante della presidenza ucraina in Crimeabriefing, sono segregati nei seminterrati in condizioni disumane

Civili in fuga dall'orrore a Kherson

Civili in fuga dall'orrore a Kherson

Kherson (Ucraina) - Circa seicento persone sono state portate nelle “camere delle torture” nella regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina, dalle truppe russe. E’ l’accusa formulata da Tamila Tacheva, rappresentante permanente della presidenza ucraina in Crimeabriefing. “Secondo le nostre informazioni, circa 600 persone sono Ukrinform. Circa 300 persone sono “nei seminterrati” nella città di Kherson e le altre in diversi insediamenti della regione, ha detto Tacheva. “Sono detenuti in condizioni disumane e sono vittime di torture”, ha aggiunto.

Si tratta “principalmente di giornalisti e attivisti” che hanno organizzato “manifestazioni filo-ucraine a Kherson e nella regione” dopo che le truppe russe hanno occupato il territorio, ha detto Tacheva.detenute in scantinati appositamente attrezzati, in camere di tortura, nella regione di Kherson”, ha detto citata dall’agenzia di stampa ucraina.

Anche a Bucha, la cittadina a Nord-ovest di Kiev, nota per il massacro avvenuto nel mese di marzo, durante l’occupazione dell’esercito russo, gli inquirenti indagano non solo per gli omicidi. Dieci militari della 64esima brigata sono stati avvertiti dalla Procura distrettuale di Bucha di un’indagine a loro carico per “comportamento brutale contro la popolazione e violazione di leggi e costumi di guerra”. Sono accusati - spiega Oleksii - “di aver tenuto in ostaggio i civili, senza cibo né acqua potabile, durante l’occupazione della città di Bucha nel mese di marzo".

"Mettevano le persone in ginocchio, gli coprivano gli occhi con lo scotch e con gli stracci e gli legavano le mani con le fasce di plastica”. Le torture, volte a “ottenere informazioni sulla disposizione dei militari ucraini e delle Forze armate ucraine e della difesa territoriale” non finivano qua: “Le vittime erano minacciate di morte” dai militari, che “sparavano apposta nella loro direzione, le colpivano con pugni e con il manico del fucile su gambe, dita dei piedi e torace”.