Attentato Shinzo Abe indagini: tutte le falle del sistema di sicurezza

Prime ammissioni da parte delle autorità su una sottovalutazione del pericolo. Il feretro arrivato a Tokyo

L'attentato che ha portato alla morte dell'ex premier giapponese Shinzo Abe poteva essere evitato? E' la domanda che circola in un Giappone ancora sotto choc, dopo la scomparsa del politico, colpito a morte nel corso di un comizio elettorale nella città di Nara. Qualcuno ne è convinto, al punto di ammetterlo nel corso di una conferenza stampa convocata il giorno dopo gli spari per illustrare i primi dettagli dell'inchiesta. E' il capo della polizia locale Tomoaki Onizuka. "E' innegabile che ci siano stati problemi nella sicurezza", ha scandito. 

Le autorità locali erano state informate della presenza in città dell'ex premier per il comizio elettorale il giorno prima, e avevano giudicato che fosse possibile preparare le opportune condizioni sulla sicurezza. Lo stesso attentatore aveva appreso dell'arrivo di Abe la sera precedente su internet, decidendo di prendere il treno per partecipare all'evento. In Giappone i vari raduni elettorali non sono presieduti da cordoni di forze dell'ordine, indipendentemente dalla notorietà dei politici, ma spesso assistiti dalle scorte di pochi agenti personali. In molti casi gli stessi cittadini possono avvicinarsi al candidato senza preoccuparsi di eccessive restrizioni di movimento. E così è stato in questa circostanza drammatica, con l'ex militare Tetsuya Yamagami più volte ripreso mentre girellava nella zona dell'incontro, come si vede dalle immagini registrate della stampa sul luogo.

Indagini ancora al palo

La prefettura di Nara, il luogo del Giappone centrale dove si è consumato l'attentato, ha detto che metterà a disposizione circa 90 investigatori per seguire l'inchiesta sull'omicidio di Abe. Le dichiarazioni del sospettato, tuttavia, confermano l'attuale disorientamento delle indagini, che vanno di pari passo con il senso di sgomento della intera nazione. Secondo quanto riferisce la polizia, Yamagami nutriva risentimento per una non specifica organizzazione religiosa ma ha escluso di essere stato contrario all'ideologia politica dell'ex premier. Dopo aver scoperto la sera prima su internet che Abe sarebbe arrivato per un comizio nella cittadina, ha deciso di recarsi sul posto in treno. L'arma da fuoco artigianale utilizzata per l'attentato era lunga 40 centimetri e facilmente occultabile in un comizio elettorale in Giappone, paragonabile a una sagra alimentare in termini di sicurezza, e faceva parte di una collezione di esplosivi e altri tipi di armamenti rinvenuti nella sua abitazione.

La reazione dell'erede

"Le elezioni sono il fondamento della democrazia, che dobbiamo difendere. Non possiamo cedere alla violenza. Per questo motivo continueremo a portare avanti la campagna elettorale fino alla fine", ha detto il primo ministro Fumio Kishida dopo l'annuncio della morte di Abe.  Dopo l'interruzione per l'assassinio, oggi i candidati sono ritornati in strada, con misure di sicurezza rafforzate, per proseguire la campagna elettorale in vista delle elezioni di domani. 

L'ora del commiato

Il feretro dell'ex premier giapponese Shinzo Abe, ucciso ieri durante un comizio nella località di Nara, è giunto a Tokyo nella mattinata giapponese.  La salma è stata trasportata nella residenza di Abe, dove attendevano numerosi dirigenti del Partito Liberal Democratico (Pld) vestiti a lutto.