San Siro in piedi per Andy Brehme, minuto di silenzio e tanti ricordi. La dedica della Nord: “Avremo sempre un pensiero per te”

L’ex presidente Ernesto Pellegrini: "Dopo Facchetti è stato il più grande terzino sinistro dei nerazzurri. Aveva tutto: tocco, dribbling e cross. Ho ancora negli occhi la meraviglia dei suoi palloni alti per Serena"

Lo striscione della Nord esposto davanti a San Siro per Brehme (nel tondo)

Lo striscione della Nord esposto davanti a San Siro per Brehme (nel tondo)

«Un giocatore magnifico, un grande interista. Ciao Andy, per sempre leggenda". Così il club di Viale della Liberazione ha salutato uno dei suoi campioni più amati dopo la triste notizia della morte di Andy Brehme. Uno di quelli che ha lasciato un segno nel calcio. E anche bello grande. Nella sua Germania, ma pure nel cuore dei tifosi nerazzurri. La Nord gli ha dedicato uno striscione affisso fuori dallo stadio già nel pomeriggio: “Fino all’ultimo hai avuto il pensiero per noi, noi avremo sempre il pensiero per te. Ciao Andy”.

Attimi di commozione anche dentro San Siro illuminato dalle torce prima del match contro l’Atletico Madrid: in campo i calciatori nerazzurri col lutto al braccio, poi tutti in piedi durante il minuto di silenzio per tributargli un lunghissimo applauso commosso e pieno d’affetto ricordando l’Inter dei tedeschi (1988-1989), una delle più amate della storia del club.

Fra gli oltre 75mila supporter che hanno riempito la Scala del Calcio (incasso record di circa 9 milioni di euro, presenti anche 3500 fan dell’Atletico Madrid) c’erano tifosi coi capelli brizzolati che hanno visto il tedesco calpestare quell’erba, ma pure tanti giovanissimi che Brehme l’hanno conosciuto solo sfogliando l’album dei ricordi del club e riguardandosi foto storiche di quello squadrone fortissimo che vinceva e divertiva fra la fine degli anni Ottanta e i primi del Novanta. Il tedesco è stato un giocatore meraviglioso, icona di quella formazione, uno di quei personaggi ammantati di eternità.

Toccante la testimonianza di Ernesto Pellegrini, che fu presidente di Brehme: "Provo un dolore immenso. Perdiamo una persona speciale e il più grande terzino sinistro della storia interista dopo Giacinto Facchetti. Aveva Tutto: tocco di palla, dribbling e cross. Ho ancora negli occhi la meraviglia dei suoi palloni alti per la testa di Aldo Serena. Andy mi ha chiamato pochi giorni prima di Inter-Salernitana. Eravamo davvero molto legati. Ha fatto tantissimo per il nostro club e ricordo la gioia di vederlo trionfante al Mondiale italiano".

A San Siro c’era chi ricordava un luogo comune del calcio anni 2000, diventato quasi uno slogan nella Milano nerazzurra: "L’Inter non ha più un terzino sinistro dai tempi di Andy Brehme". Vero. Insomma, Brehme è stato per alcuni lustri il metro di paragone di ogni esterno mancino difensivo passato dal club dopo di lui. Che giocatore, forse l’unico della storia dei Mondiali ad aver avuto la spensieratezza di tirare rigori pesantissimi di destro (contro l’Argentina nel 1990) e di sinistro (in Messico nel 1986). Inesauribile, elegante, granitico su quella fascia. Con la chioma bionda al vento e quella capacità innata di calciare di sinistro e di destro nella stessa maniera.

Solo 20 giorni fa Andreas aveva rilasciato le sue ultime interviste a colleghi italiani e appena tre ore prima di morire aveva pubblicato nelle sue storie Instagram ricordi nerazzurri. Perché ha avuto davvero l’Inter nel cuore. Fino all’ultimo respiro.

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