Milano Jumping Cup, i vertici di Milan e Inter nel tempio dell'equitazione

All'evento anche Gazidis e Antonello: "Impianto incredibile". Domani il Gran Prix, intitolato a Graziano Mancinelli. Schiavolin (Snaitech): "Fu un gigante"

Da sinistra: Gazidis, Perillo, Schiavolin e Antonello

Da sinistra: Gazidis, Perillo, Schiavolin e Antonello

Milano, 10 luglio 2021 - Seconda giornata della Milano Jumping Cup all'Ippodromo di San Siro, che vuol dire grande equitazione. Ma in fondo siamo a due passi dal Meazza e anche il calcio fa capolino con i vertici di Milan e Inter. Ivan Gazidis, Ceo rossonero, e Alessandro Antonello, Ceo Corporate nerazzurro, si sono ritrovati ai bordi del campo gara in compagnia del padrone di casa Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech. Pranzo all'aperto, sorrisi e clima disteso. "L'auspicio è che un concorso come questo, che gode di una cornice unica nel suo genere, possa avvicinare tanta gente a un mondo affascinante come quello dell'equitazione - ha detto Antonello - Faccio i complimenti all'organizzazione, che mi sembra davvero impeccabile".

"E' una giornata splendida - gli fa eco Gazidis -. Non ero mai stato all'Ippodromo Snai San Siro e devo dire che è un impianto incredibile, bellissimo e vicino al cuore della città. Per Milano e per il mondo dell'equitazione questo è un grandissimo evento, spero di vederne altri nei prossimi anni". C'è stato anche il tempo di una rilassata foto ricordo con Antonello, Gazidis, Schiavolin e Simone Perillo, segretario generale Fise (Federazione Italiana Sport Equestri).

Ma l'evento è anche l'occasione per omaggiare un mito dell'equitazione. Il Gran Prix Snaitech, l'evento clou che domani chiuderà la prima edizione della Milano Jumping Cup, viene intitolato a Graziano Mancinelli. Un tributo toccante, un omaggio che evoca la figura di uno dei più grandi sportivi milanesi di sempre: Mancinelli è stato un gigante dell'equitazione mondiale, un “primum inter pares” nell'epoca d'oro dei fratelli D'Inzeo. L'ad di Snaitech Schiavolin, organizzatore della MJC, spiega la scelta di intitolare il Gran Premio alla leggenda olimpica: "La MJC nasce sulla traccia e l'effervescenza che c'è attorno alla preparazione dei Giochi di Milano-Cortina 2026. Dunque, celebrare un campione olimpico nato qui a Milano, esempio e punto di riferimento dell'equitazione italiana e mondiale c'è sembrato un fatto del tutto naturale. Il nostro è solo un piccolo omaggio a una grandissimo di questo sport".

Milanese di via Faruffini, ragazzino di scuderia prima a Milano, poi a Roma dove si trasferì con la famiglia, visse il suo giorno perfetto alle Olimpiadi del 1972, vincendo l'oro individuale in sella al magnifico Ambassador, un grigio pomellato irlandese dal portamento regale, definito “il campione più bello dei Giochi”. La gara terminò in uno spareggio a tre, con l'amazzone inglese Anne Moore e l'americano Shapiro, ed è giustamente ricordata come uno dei momenti più iconici dell'equitazione italiana. Quanto alla “milanesità” di Mancinelli, era lui stesso a rivendicarla con orgoglio, ricordando il nomignolo che si portava dietro fin dall'adolescenza: “el biundin de la Cruseta”, riferito al maneggio Crocetta in via Ripamonti, che aveva frequentato da giovanissimo. Divenuto ct della nazionale nel 1989, è mancato troppo presto, l'8 ottobre del 1992, a 55 anni.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro