Coach Fontana: "Allenamenti individuali e fortunata chi ha un canestro in cortile"

Organizzazione e programmi della Della Fiore Broni, squadra di basket femminile di A1. Il tecnico: "I momenti più belli della stagione? Due vittorie in trasferta: a Sesto dove non vincevamo da un decennio e a San Martino di Lupari che l'anno scorso ci eliminò dai playoff"

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Broni (Pavia), 29 marzo 2020 - Il mondo del basket in rosa si ferma, è questa la richiesta che la Lega Basket Femminile ha girato alla FederBasket che sarà accolta nei prossimi giorni. Tra le realtà più interessanti del panorama la Della Fiore Broni, che si apprestava a concludere la sua quarta stagione consecutiva in A1. La più complessa, però, perchè la formazione dell'oltrepò pavese in tutti i 6 mesi di stagione non è mai riuscita a presentarsi al completo tra un infortunio e l'altro. Sul ponte di comando coach Alessandro Fontana, «enfant du pays«.

Qual è il suo parere sulla situazione attuale?

«Non si può che essere d'accordo con le decisioni prese. E' ovvio la che la volontà, fino a quando è stato possibile sperare, è stata quella di provare a finire la stagione. Non fosse altre per non disperdere tutto il lavoro fatto da agosto in avanti, ma l'evoluzione della situazione ha ovviamente modificato le priorità. Ripartire poi sarebbe davvero complesso dopo uno stop lunghissimo«.

A livello di squadra lei e le sue giocatrici che scelta avete fatto?

«Io mi trovo a Broni perchè sono di qui, ma la società ha dato a tutti la possibilità di ritornare a casa pur non sciogliendo nessun contratto. Sono rimaste a Broni solo Premasunac e Tikvic, le due ragazze croate, per loro scelte personali. Nared è tornata negli USA e le varie italiane a casa loro«.

In questo periodo di stop come avete organizzato il lavoro?

«Dalla sospensione di inizio marzo non ci siamo mai allenati. Non potevamo mettere a disposizione il medico a ogni allenamento dunque ci siamo fermati come imponeva il decreto del governo, abbiamo dato a ogni ragazza un piano di allenamento fisico, chi ha la fortuna di avere un canestro in cortile ha potuto mantenere il contatto con la palla, purtroppo non tutte«.

Come programmare questa lunga ripartenza dell'attività?

«Adesso si può lavorare su più piani, anche se sarà importante capire come ripartirà in generale la macchina dello sport. Mi auguro che realtà come la nostra non subiscano troppo danni dai problemi che potranno avere i piccoli sponsor, ma sicuramente abbiamo una base di partenza. Ora in questa nebbia è difficile prendere una direzione, speriamo che tra aprile e maggio si schiariscano le cose per non andare troppo in avanti con la programmazione«.

Cosa vi porterete dietro da questa stagione?

«Al di là dei semplici risultati, paradossalmente tutti i problemi fisici che abbiamo avuto hanno migliorato la nostra capacità di adattarsi alle difficoltà. Staff e squadra hanno dato tantissimo, riadattando spesso il roster alle necessità. Purtroppo è un rammarico non aver mai avuto la squadra al completo per mettere in mostra il nostro potenziale«.

Il momento più bello di una stagione neutralizzata?

«Certamente il periodo che abbiamo vissuto a dicembre quando abbiamo colto due vittorie in trasferta particolari. Quella sul campo del Geas Sesto San Giovanni dove la mia squadra non vinceva da oltre un decennio e poi quella nell'infrasettimanale a San Martino di Lupari quando abbiamo sportivamente vendicato l'eliminazione ai playoff dell'anno passato«.

Un messaggio di speranza. Nella prossima stagione sarà soddisfatto se...

«Se ci sarà realmente da parte di tutti la possibilità di fare quello che di più amiamo al meglio delle possibilità. Spero che questo annullamento non tolga valore a tutto il lavoro di crescita che ha fatto il basket femminile negli ultimi anni e che questa realtà possa davvero continuare a crescere«.

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