Milano, la Divina Commedia si fa pop e diventa fantasy

Un cast da kolossal. Il regista: sul palcoscenico il libro diventa immagine

La Divina Commedia al teatro Ciak

La Divina Commedia al teatro Ciak

Milabno, 6 marzo 2019 - "Lasciate ogni snobismo voi ch’intrate". Piaccia o no, la Commedia si fa pop. La selva oscura? È il Teatro Ciak. Dante? Antonello Angiolillo. Beatrice? Myriam Somma. Mentre Virgilio è Andrea Ortis, attore e regista di questa Divina Commedia in musical che dopo il successo riscosso a Padova, Pescara e Bari arriva a Milano, da domani al 10 marzo. Un cast da kolossal teatrale che, con 24 cantanti-attori e ballerini-acrobati, fa rivivere sul palco il viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Oltre 200 costumi e 50 scenari si susseguono a ritmo serrato nei due atti,in tutto due ore e un quarto di spettacolo. Che la Divina Commedia sia un capolavoro non lo discute nessuno. Ma quando si comincia a parlare di adattamenti teatrali, musical o rielaborazioni danbrowniane, subito qualcuno storce il naso. Come se queste versioni ambissero a sostituire l’opera originaria e non a renderla piuttosto più accessibile. È contro questo atteggiamento che nasce la Divina Commedia in musical di Andrea Ortis. «Quando chiedo: Cosa sapete della Divina Commedia?, di solito negli occhi delle persone in sala nasce il terrore», racconta il regista, «ma non credo sia negativo: ci sentiamo in imbarazzo a non sapere qualcosa che sappiamo dovremmo conoscere. Come se non conoscessimo l’inno di Mameli. Dall’altro lato abbiamo il timore di questo testo perché non lo abbiamo mai considerato un libro. Ma la Divina Commedia è innanzitutto un libro! E il teatro lo vuole far diventare immagine».

«La commedia è fantascienza, ci racconta di un mondo fantasy», continua il regista, «ma l’arte di Dante non è fine a se stessa, vuole cambiare la realtà, ha un forte contenuto morale e socio-politico. Dante odia e cita le persone che odia, ama una donna sposata. È più attuale di quanto molti credano». Il musical della Divina Commedia è anche un fantasy. Forse bisogna ricominciare da qui, per fare in modo che anche il pubblico dei più piccoli possa affezionarsi alle tribolazioni oltremondane del poeta e non veda l’ora di imparare a leggere quel libro.

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