Francesco Gabbani: "Dalle vette alla città scrivendo la mia musica"

L'artista si alterna tra la Val Badia e Milano: questo inverno così particolare mi spinge raccontare nuove cose

Francesco Gabbani fa il 'pendolare' e intanto prepara sorprese per i fan

Francesco Gabbani fa il 'pendolare' e intanto prepara sorprese per i fan

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Milano, 14 dicembre 2020 - "Credo che riuscire a godere dello shock di passare quasi ogni settimana dai monti alla metropoli e viceversa rappresenti uno stimolo con ricadute pure creative", racconta Francesco Gabbani parlando della stagione fredda che, zone rosse permettendo, sta passando sull’asse Alta Val Badia - Milano. "Quando salgo in montagna non scappo da Milano, ma neppure quando scendo in città non scappo dalle mie amate vette. Diciamo che sono un po’ il mio Yin e il mio Yang, due elementi che si compenetrano nell’anima e mi fanno star bene".

Che 2021 si aspetta? "Mi attendo un anno che riesca a risolvere via via l’enorme problema di questa pandemia, ma anche un inverno che sappia spingermi a raccontare nuove cose". Fiducioso? "Sì. Sono convinto che ne verranno fuori un bel po’ perché l’anno che stiamo vivendo ci ha messo davanti a riflessioni e alla rivalutazione di aspetti spesso trascurati in passato della nostra vita che credo si faranno sentire nelle canzoni che scriverò". Intanto s’è costruito uno studiolo nell’appartamento dove passerà il suo inverno tra le nevi. "Come metto piede in montagna prendo ritmi montanari di chi vive con la luce, mi sveglio la mattina alle 6, assisto allo spettacolo dell’alba sulle cime e lavoro con gli strumenti fino a metà mattina; poi vado a fare trekking o sci alpinismo per 2 o 3 ore e da metà pomeriggio all’ora di cena riprendo a scrivere. Alle 9 e mezza di sera ho già la palpebra calante. Insomma, d’inverno posso regalarmi uno stile di vita che è esattamente l’opposto di quello che ho in tour, quando di solito vado in scena proprio all’ora in cui in montagna crollo". In questo momento a non farle cambiare del tutto i bioritmi ci pensano i viaggi di lavoro a Milano. "Già e ogni volta mi lascio sorprendere da aspetti di metropoli di cui, ovviamente, tra i monti non posso godere. La gente, la frenesia, la vita. Ogni volta è una sensazione nuova; una cosa che, almeno per ora, mi fa stare bene". Il nuovo album quando arriverà? "Non vorrei aspettare troppo. Tra ‘Magellano’ e ‘Viceversa’ sono passati due anni e mezzo, che per gli attuali tempi di fruizione della musica, sono quasi un’era. Per le cose che faccio, però, la ‘fretta’ di esserci sempre, il bisogno di battere il ferro finché è caldo, non sono poi così importanti. Il successo delle date estive mi ha fatto capire che il pubblico non si è dimenticato di me". Intanto c’è in radio l’ultimo singolo “Einstein (E=mc²)”. "Sì, quello che chiude il cerchio di un album fortunato. Dopo il successo di un tormentone universale come ‘Occidentali’s Karma’ non sapevo più se la gente veniva ai concerti per vedere me o l’uomo della scimmia. Nonostante le restrizioni imposte della pandemia, il tour di ‘Viceversa’ m’ha fatto capire che almeno la metà veniva per me. E la cosa mi ha rasserenato”.  

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