Beffa Ema, speranza brevetti: Milano tra affari persi e possibili

Gli indotti milionari dietro alle battaglie per le sedi delle agenzie europee. L’ultima è l’antiriciclaggio

Ricerca scientifica

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Milano - La beffa Ema, la sede dell’Agenzia europea del farmaco che Amsterdam ha soffiato a Milano, brucia ancora. Soprattutto adesso, che il Covid ha riportato attenzione e investimenti per la ricerca. Resta, invece, concreta, la speranza per il capoluogo lombardo di ospitare il Tribunale unificato dei brevetti dell’Unione Europea.

Missione difficile per la resistenza della cordata franco-tedesco, pronta a spartirsi le competenze della sezione chimica e farmaceutica attualmente ancora a Londra e in attesa di trasferimento dopo la Brexit. Ma la cronaca di questi giorni potrebbe offrire a Milano una nuova opportunità, benché le prime ipotesi citino - un po’ a sorpresa - Napoli (o Roma) come possibili sedi dell’Autorità europea antiriciclaggio. Eppure la capitale della finanza tenterà di giocare le proprie carte qualora l’Italia riuscisse a ottenere la sede del nuovo ente. Chi pensa che la battaglia per la sede di un’agenzia europea sia solo una questione di prestigio internazionale deve ricredersi davanti ai numeri degli affari generati. L’Ema, ad esempio, avrebbe portato a Milano benefici non solo al settore farmaceutico. Uno studio dell’Università Bocconi aveva stimato in circa 40 milioni all’anno i consumi degli 800 dipendenti dell’Agenzia europea del farmaco e delle loro famiglie che avrebbero dovuto trasferirsi nel capoluogo lombardo, regione che vale il 60% dell’industria farmaceutica nazionale. Le ricadute indirette avrebbero portato alle imprese altri 30 milioni.

Quello che si potrebbe ancora salvare, qualora Milano riuscisse a vincere la battaglia per il Tribunale unificato dei brevetti dell’Unione europea, è una “torta“ da 300 milioni. Il capoluogo lombardo si aggrappa ai propri numeri per sperare fino all’ultimo che il dossier fermo al palo si possa sbloccare a proprio favore. Milano, infatti, è una delle città europee più innovative: delle 4.456 richieste di brevetto presentate dall’Italia presso lo European patent office 2019, il 21% (940) proviene da qui. Una percentuale che arriva al 34% (1.493) considerando l’intera Lombardia, che ha registrato un tasso di crescita del 20% rispetto al 2014, incremento che supera quello della Baviera.  

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