Studente morto in gita, nessuno spinse nel vuoto Domenico: la morte è stata un incidente

Milano, inchiesta verso l’archiviazione: i periti escludono l’omicidio di MARIO CONSANI e ANNA GIORGI FOTO - Tragedia in hotel a Bruzzano / La vittima Domenico Maurantonio

Domenico Maurantonio il giovane liceale padovano precipitato da un hotel a Milano

Domenico Maurantonio il giovane liceale padovano precipitato da un hotel a Milano

Milano, 27 novembre 2015 - Non c'è traccia di altre persone. Domenico Maurantonio, lo studente padovano di 19 anni, che il 10 maggio scorso è morto dopo un volo giù dal quinto piano dell’hotel «Da Vinci» di Bruzzano, al momento della caduta era solo. Nessuna prova che qualcuno fosse presente. Sul suo cadavere, nessun segno che non sia compatibile con gli effetti della semplice caduta. E quei lividi sul braccio, che avevano fatto pensare a una possibile stretta da trattenuta, sarebbero, invece, il solo effetto di un deflusso sanguigno, dopo lo schianto. 

I tre consulenti tecnici incaricati dalla Procura - il tossicologo Luca Sironi, il genetista Marzio Capra e il medico legale Giulio Giovannetti - hanno lavorato sei mesi, hanno esaminato oltre settanta reperti biologici e oggetti, comprese le bottiglie che i ragazzi in gita si erano scolati quella notte, ma alla fine non hanno trovato nulla di decisivo che possa dare un senso diverso a quella tragedia. Una caduta che pare destinata a restare un incidente. L’unica cosa sicura è che il 19enne precipitò poco dopo l’alba. Fino alle 5 era rimasto a bere e a fumare in camera, insieme ai tre compagni che erano nella stanza con lui. Poi si erano messi tutti a dormire, complice l’alcol, tre ore dopo Domenico era stato ritrovato cadavere nel cortile dell’albergo. Cosa sia successo quella mattina presto, probabilmente non si saprà mai, con certezza.

Sicuramente il ragazzo aveva bevuto, tanto, sicuramente aveva avuto un attacco di dissenteria. Si è alzato nel buio della stanza, non ha messo gli occhiali, nè le ciabatte e non è entrato nel bagno. È uscito, invece, sul corridoio del piano, forse ha cercato un bagno, ha lasciato tracce fecali sul pavimento un po’ dappertutto. Poi ha aperto la finestra del corridoio, per qualche ragione è salito sul davanzale, forse non perfettamente lucido, quindi è precipitato nel vuoto portando con sè maglietta e calzoncini.

Dall’esito delle analisi tecnico-scientifiche affidate ai tre esperti dal pm Claudio Gittardi e poi dalla sua collega Giancarla Serafini e dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, nessun indizio decisivo è quindi emerso sulla presenza di altre persone nel momento esatto in cui Domenico volò di sotto. Nessuna evidenza concreta di estranei nemmeno nel corridoio dell’albergo, nessuna traccia di lassativo in bottiglie e bicchieri dei ragazzi, nulla insomma che faccia pensare ad una goliardata. Tracce di svariati dna sparse, com’era logico attendersi, visto il contesto dei fatti, ma nulla di collegabile ad azioni esterne nel momento della caduta.

Non c’è nessuna prova che qualcuno dei compagni di classe si sia accorto di qualcosa, nè che sia in qualche modo intervenuto.Resta semmai il dubbio, che neppure i sofisticati esami cinetici sono riusciti a sciogliere, che Domenico sia caduto giù in modo accidentale oppure che, invece, si sia volutamente lasciato andare, anche se quest’ultima ipotesi è sempre stata esclusa dai familiari e da tutti quelli che conoscevano il ragazzo. A questo punto, a meno che gli inquirenti non ritengano necessari ulteriori approfondimenti, l’inchiesta sulla morte dello studente padovano sembra avviata verso l’archiviazione.  mario.consani@ilgiorno.net anna.giorgi@ilgiorno.net

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