YaMatt torna con "Awake": "Con questo disco trasformerò i miei sogni in realtà"/ VIDEO

Il giovane artista milanese già assistente alla regia nei video di Salmo, Sfera Ebbasta, Nitro e Jovanotti, si "consacra" alla musica

YaMatt durante le riprese del video con Fabri Fibra

YaMatt durante le riprese del video con Fabri Fibra

Milano, 25 maggio 2018 - In qualità di assistente alla regia al fianco dei videomaker YouNuts ha trasformato in immagini alcune delle rime più celebri di Sfera Ebbasta, Salmo e Nitro. Così come per alcuni successi di Jovanotti e Thegiornalisti. Poi nel video “Fenomeno” di Fabri Fibra e nel film Disney “Come diventare grandi nonostante i genitori” lo ritroviamo nei panni di attore. Ma oggi (venerdì 25 maggio) per YaMatt (all’anagrafe Matteo Filippo Galvani), è il giorno del “risveglio”: esce “Awake”, l’album d’esordio del giovanissimo artista milanese.

Quale dei tanti artisti con cui ha collaborato l’ha ispirata maggiormente?

«Senza dubbio Salmo: ha creato la sua etichetta, una casa di produzione, un brand, collabora con giovani artisti e spinge sempre la sua crew. Vorrei seguire il suo esempio per dare spazio alle mie passioni e alle persone che stimo».

Dopo essere stato dietro e davanti la telecamera ha scelto di “consacrarsi” alla musica. Come mai?

«La musica è ciò da cui è partito tutto, a 15 anni avevo già la band Mad&Bros. Quest’anno ho deciso di mettermi davvero in gioco: voglio trasformare i miei sogni in realtà».

Il titolo dell’album, "Awake", segna il suo “risveglio”?

«Rappresenta il mio passaggio dall’adolescenza all’età adulta. C’è chi vuole restare per sempre un bambino, io voglio essere un uomo ma per farlo bisogna essere onesti con se stessi».

L’intro del disco, con la sua citazione cinematografica, è una sorta di “inno al cambiamento”…

«Fight Club è un film del ’99, ma quello che dice Tyler Durden è più attuale ora che 20 anni fa. I social oggi, come la tv ieri, ci propongono miti da seguire, allontanandoci spesso dalla ricerca di noi stessi». Musica e cinema per lei sono elementi inscindibili? «L’arte del suono è essenziale per rendere una storia credibile e immersiva, tanto quanto le immagini e la storia, quindi sì, musica e cinema hanno lo stesso sangue».

E il video di “Selvaggi” è molto simile a un cortometraggio…

«Volevo parlare a chi si sente diverso in un mondo dove ciò che conta di più è come si appare sui social, dove si cerca sempre un escamotage per fare ottenere like, dove pur di avere visibilità si diventa “Selvaggi”. Il video ha come protagonisti due ragazzini: Asia Corvino e Nagga Baldina; il finale è la rappresentazione, portata all’estremo, di quella voglia di sentirsi vivi che porta i giovani a trasgredire».

Quanto conta vivere a Milano per fare musica?

«È essenziale. Basta vedere come tutti gli artisti italiani, appena riscuotono un po’ di successo, si trasferiscano qui. Milano è la capitale dello show business».

 

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