Teatro Parenti, la carica dei cento spettatori

L’idea della direttrice Andrée Ruth Shammah, invitare il pubblico per raccontarsi: realizzeremo un video, non è un’apertura

 Andrée Ruth Shammah

Andrée Ruth Shammah

Milano, 15 gennaio 2021 -  Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.ilgiorno.it/buongiornomilano

La carica dei 100 spettatori. Invitati sabato a tornare al Franco Parenti per condividere i racconti delle proprie esistenze. E diventare così protagonisti di un video che apre ufficialmente la lunga strada verso il cinquantenario del teatro milanese (che debuttava il 16 gennaio 1973 con “L’Ambleto” di Testori). Tampone + "spettacolo". Anche in diretta streaming dalle 18. Un’idea della direttrice Andrée Ruth Shammah. Dall’evidente valore simbolico. Visto che in queste ore si attende di conoscere quale sarà il futuro prossimo del teatro.

Shammah, cosa succede sabato? "Non è una riapertura ma solo la realizzazione di un video. Domani cade l’anniversario della nascita del nostro teatro. Al termine di questa stagione faremo i cinquant’anni. Da domani al 16 gennaio 2022 voglio creare una serie di video e di documenti che lancino i festeggiamenti. Una prima “augurazione”, come mi piace dire. Non certo un’inaugurazione".

Protagonista sarà dunque il pubblico? "Sì, dopo avere offerto delle pillole culturali, ora lo sguardo torna sugli spettatori. Quali sono i loro desideri? Quanto gli manca il teatro? E chi sono i nostri spettatori? Ecco, vogliamo conoscere le persone, il nostro pubblico. Chiamato a raccontare se stesso. Mi stanno arrivando delle mail bellissime. E anche sabato faremo delle interviste nel Café Rouge".

Le persone entreranno come comparse? "Esattamente. Ma non c’è nessuno stratagemma in questo, nessuna ipocrisia. Sono a tutti gli effetti gli attori del nostro video". Sul palco? "Ho molti materiali, ci saranno delle sorprese. Tanto dipenderà anche dal pubblico stesso, come occuperà lo spazio, quanto sarà timido. Sicuramente parlerò della nostra prossima produzione, un testo di Massimo Recalcati con regia di Valter Malosti. Una scrittura bellissima, pregna delle atmosfere di questo periodo".

E lei come lo sta vivendo questo periodo? "Ho continuato a muovermi per mantenere la mente creativa. Abbiamo fatto nascere la radio e una piccola casa di produzione, per mantenere alta la qualità delle riprese video. Bisogna continuare ad allenare il muscolo della fantasia e dell’immaginazione. Ma anche capire i contorni precisi della battaglia che stiamo vivendo".

Cosa intende? "I teatri sono luoghi sicuri. La loro riapertura è necessaria non soltanto per fare lavorare la filiera, come si è spesso sottolineato. Ma prima di tutto perché la chiusura è un’offesa ai cittadini. Per questo convoco il pubblico. La gente vuole il proprio teatro, vuole salvarsi la pelle ma anche l’anima. E la politica deve dare una risposta. Nei fatti è stato tolto un servizio che ora va al più presto ripristinato. Bisogna curare l’anima, oggi spersa e addormentata".  

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