Samuel, frontman di Subsonica ci prova: "Le mie brigate bianche. Un messaggio di speranza"

Al secondo capitolo della produzione da solista. Un disco “assembramento“ con tanti ospiti

Samuel Nation, frontman Subsonica

Samuel Nation, frontman Subsonica

Milano, 21 gennaio 2021 - Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.ilgiorno.it/buongiornomilano  

 Samuel Nation. "Con una bandiera ed una tromba, vai in cima alla tua montagna più alta e dichiara indipendenza", cantava Bjork.  Il frontman di Subsonica ci prova nel nuovo album “Brigata Bianca” issando sulla collina del pop il suo stendardo come i marines a Iwo Jima nella celebre foto di Joe Rosenthal. Dopo i live in barca a vela dell’estate scorsa e un paio di singoli come “Tra un anno” e “Cocoricò”, Samuel Romano dà alle stampe domani il secondo capitolo di una produzione solista varata 4 anni fa da “Il codice della bellezza”. Disco zeppo di ospiti a cominciare da Colapesce, Ensi, Fulminacci, Willie Peyote e Johnny Marsiglia. "La bandiera è un linguaggio", spiega il cantante torinese, 48 anni. "Così, assieme al mio amico designer Marco Rainò, ne abbiamo ideata una per canzone che ne riassumesse graficamente i contenuti. E poi una ancora più grande che le raccoglie tutte". In questa repubblica del libero pensiero che ruolo hanno le “brigate”? "Il disco è nato in solitudine, prima e durante l’isolamento, poi in estate ho incontrato tanti amici che via via sono entrati a far parte del progetto formando un raggruppamento, così ho pensato alla brigata… bianca per esprimere speranza". Con che spirito ha lavorato a questo disco? "Oggi che l’assembramento sembra quasi un delitto, ho provato a radunare canzoni soprattutto da ascoltare, quelle con una spiccata impronta cantautorale". Pure i suoi compagni al momento sono impegnati in progetti solistici. "Subsonica sono 5 caratteri forti che per coesistere finiscono necessariamente col limitarsi l’un l’altro ed hanno bisogno di seguire percorsi artistici personali capaci di appagare quanto d’inespresso gli lascia dentro l’attività di gruppo". “Cocoricò” racconta una notte brava con Morgan. "Una volta l’ho incrociato proprio in quel locale. Rientrato in albergo all’alba, sento un rumore dietro le imposte, mi alzo, guardo fuori, e lo vedo saltare da un balcone all’altro bussando a tutte le finestre. Per lui la nottata non era ancora finita". I mondi di questo album sono rappresentati pure a Sanremo per le presenze di Colapesce, Fulminacci e Willie Peyote. Ci aveva fatto un pensierino pure lei? "Le scelte artistiche di questa edizione del Festival lo rivitalizzano parecchio. Ma ho un impegno con i fans dei Subsonica che si sono comprati un biglietto per il tour di ‘Microchip temporale’ da onorare e, pensando di poterlo recuperare già a marzo, m’ero tenuto libero. Inutilmente".  

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